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Pneumatici usati, allo studio una soluzione green

Si troverà una soluzione per gli pneumatici usati che sia compatibile con la salute delle persone e dell’ambiente? È l’oggetto di una ricerca internazionale guidata dall’Università di Trento che ha ricevuto un ingente finanziamento europeo nell’ambito del programma Life

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Image by E Bouman from Pixabay

Possibile riduzione delle emissioni di gas serra

Il riciclo degli pneumatici usati è uno dei tanti problemi che affliggono l’ambiente. Negli anni sono state realizzate tante iniziative per restituire una seconda vita a questi materiali, evitando che finissero in discarica.

Tra i tanti riusi degli pneumatici quelli più interessanti sono convertirli in pavimentazioni per i parchi giochi e i campi sportivi. Ottima soluzione per l’ambiente, ma potrebbe esserci qualche controindicazione per la salute delle persone.

Componenti cancerogeni

Si è scoperto, infatti, che i componenti degli pneumatici possono contenere componenti cancerogeni, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) che vengono rilasciati in atmosfera, soprattutto se l’esposizione a queste sostanze è prolungata e le temperature sono elevate.

Le nostre estati si stanno facendo sempre più torride: una delle tante conseguenze nefaste del cambiamento climatico.

A disciplinare l’uso degli pneumatici usati era intervenuto il Regolamento (UE) 2021/1199 della Commissione Europea del 20 luglio 2021 con delle specifiche relative ai granuli e al pacciame di gomma «utilizzati anche in forma sfusa nei parchi giochi o in applicazioni sportive, come campi da golf, impianti di atletica, piste di ippodromi, percorsi naturalistici o poligoni di tiro.

Tali granuli e pacciame sono ottenuti prevalentemente da pneumatici fuori uso (end of life tyres – ELT). Una delle principali preoccupazioni riguardanti l’uso di granuli e pacciame ottenuti da ELT è la presenza di otto IPA nella matrice di gomma».

Negli anni precedenti, l’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) aveva raccomandato di abbassare il limite di concentrazione degli otto IPA nei granuli utilizzati nei campi sportivi in erba sintetica, in quanto i limiti di concentrazione erano considerati troppo elevati per garantire un’adeguata protezione della salute umana.

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Emissioni da pneumatici usati e ingranaggi

Tuttavia, anche gli pneumatici nuovi rilasciano IPA in atmosfera durante il loro ciclo di vita.

La nuova normativa Euro7 prevede di disciplinare le emissioni prodotte dai materiali e dai componenti che si usurano: pertanto, non solo gli pneumatici, ma anche gli ingranaggi (cambio, frizione, freni).

Tra l’altro, quest’ultimo tipo di emissioni diventerà prevalente con la diffusione dei veicoli elettrici.

Limitare l’impatto ambientale di questi componenti è l’oggetto di uno studio del dipartimento Ingegneria industriale dell’Università di Trento. Stefano Gialanella, docente di Scienza e Tecnologia dei materiali guida il gruppo di ricerca composta da Andrea Dorigato, Luca Fambri e Giulia Fredi. Partecipano allo studio quattro partner: Istituto reale svedese di Tecnologia (Svezia), Università di Groningen (Olanda), Università degli Studi di Milano, Marangoni Spa.

La ricerca è finanziata dal programma Life

Il progetto, denominato “NORUBTREET_4_LIFE”, ha ottenuto un finanziamento europeo di 898.717 euro nell’ambito del programma Life, che supporta interventi e iniziative dedicate al miglioramento della qualità dell’ambiente, alla sostenibilità e all’economia circolare.

La ricerca parte da una collaborazione con l’Università di Groningen, dove è già stato sviluppato su piccola scala un processo per riciclare le gomme da pneumatici.

L’obiettivo è mettere a punto un processo di riciclaggio degli pneumatici usati per creare nuove mescole per pneumatici nuovi, non inquinanti, e qualificati anche per le caratteristiche di emissioni in atmosfera e il relativo impatto tossicologico e ambientale.

Lo studio è finalizzato anche a comprendere se l’aria che respiriamo al parco giochi o durante una partita di tennis sia nociva per la salute.

Riduzione delle emissioni di gas serra

I ricercatori misureranno le esalazioni derivate da questi prodotti provenienti dall’Olanda e verificheranno che non contengano sostanze tossiche come gli idrocarburi policiclici aromatici.

Spiega Gianella: «Se dovesse contenerne dovremo modificare l’attuale processo di produzione e creare materiali con formulazioni nuove che verranno testati in laboratorio.

Metteremo a confronto le emissioni di uno pneumatico medio europeo già sul mercato con quelle dei materiali che andremo a realizzare. E ci attendiamo risultati positivi in termini sia di impatto ambientale che economico».

I battistrada per veicoli pesanti (camion, escavatori, veicoli di cantiere) saranno i primi a entrare in produzione. Secondo le stime dello studio si può prevedere una riduzione di gas serra del 30% durante il ciclo produttivo e un costo d’acquisto inferiore del 25%.