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Emissioni globali edilizia fuori strada: servono 10 punti di decarbonizzazione in più l’anno

Crescono ancora le emissioni globali in edilizia, allontanandoci dagli obiettivi al 2030. A pesare sono i molti Paesi ancora senza codici energetici per il costruito, nei quali verranno costruiti circa l’80% degli edifici necessari al 2050

Emissioni globali edilizia
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Nel 2022 le emissioni globali in edilizia hanno raggiunto le 10 GT di CO2

(Rinnovabili.it) – Nel 2022 il settore delle costruzioni è stato il responsabile del 34% della domanda energetica mondiale, raggiungendo i 132 exjoule totali. Le emissioni globali dell’edilizia hanno prodotto 10 GT di CO2, pari al 37% dell’energia operativa globale e del carbonio legato ai processi. L’aggiornamento al 2022 del Global Status Report for Buildings and Construction (Buildings-GSR), il report realizzato dall’UNEP in collaborazione con il GlobalABC (Alleanza globale per gli edifici e le costruzioni) dipinge un quadro preoccupante. 

Servono 10 punti di decarbonizzazione in più l’anno per raggiungere l’obiettivo 2030

Il divario tra la situazione attuale e l’obiettivo di decarbonizzazione è così significativo che, per allinearci al traguardo del 2030, sarà necessario un aumento annuale di dieci punti di decarbonizzazione, un salto sostanziale rispetto ai sei punti previsti ogni anno a partire dal 2015.

Il Buildings-GSR fotografa annualmente lo stato di avanzamento del settore degli edifici e delle costruzioni su scala globale, esaminando lo stato delle politiche, della finanza, delle tecnologie e delle soluzioni adottate per monitorare se le emissioni globali dell’edilizia sono allineate con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Fornisce inoltre alle parti interessate prove per convincere i politici e la comunità complessiva degli edifici e delle costruzioni ad agire.

“Non esiste un percorso credibile per affrontare il cambiamento climatico senza un cambiamento fondamentale nel settore dell’edilizia e delle costruzioni”, ha affermato Inger Andersen, direttore esecutivo dell’UNEP.

La quota rinnovabile negli edifici deve triplicare

La necessità di agire ora, definendo precisi standard costruttivi che permettando di ridurre le emissioni globali in edilizia, dipendono anche da un fatto non irrilevante: la metà degli edifici che esisteranno entro il 2050 non sono ancora stati costruiti. “Si tratta di una grande opportunità per il settore per reimmaginare gli edifici del futuro: edifici che privilegiano la resilienza, il rinnovamento e il riutilizzo, la generazione di energia rinnovabile e l’edilizia a basse emissioni di carbonio, il tutto affrontando le disuguaglianze sociali. Ora è il momento che i governi e le industrie diano seguito alle promesse della COP28 e realizzino riduzioni concrete delle emissioni attraverso una vera svolta nel settore degli edifici”, prosegue Andersen.

Il primo Global stocktake ha indicato che per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi dovremo triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale e raddoppiare il tasso medio annuo globale di miglioramenti nell’efficienza energetica entro il 2030. Nel 2022, la quota di energia rinnovabile legata al consumo degli edifici era solo del 6%, ben lontana dal 18% fissato al 2030.

Il settore edilizio ha un ruolo chiave da svolgere: l’intensità energetica nel settore edilizio dovrebbe diminuire entro il 2030 del 37% rispetto ai livelli del 2015. Anche se nel 2022 si è registrata una modesta riduzione, è rimasta del 15% al ​​di sopra della traiettoria target.

Secondo il rapporto UNEP, le ragioni di questa piccola diminuzione sono da attribuire agli 81 Paesi che hanno adottato codici energetici per l’edilizia. 

La metà degli edifici che esisteranno nel 2050 devono ancora essere costruiti

Ma in contrapposizione ai benefici raggiunti dai Paesi che sono intervenuti con normative ad hoc sul sistema delle costruzioni, ci sono ben 2,4 miliardi di metri quadri di superficie  (pari all’intero patrimonio edilizio della Spagna) costruiti nel 2022 in paesi senza alcun tipo di codice energetico. E l’80% della crescita della superficie prevista entro il 2030 avverrà proprio in Paesi a basso reddito che non dispongono di norme edilizie rigorose.

Le priorità dei Governi per i prossimi anni

L’UNEP, nel suo Global Status Report for Buildings and Construction (Buildings-GSR), delinea anche una serie di priorità che governi, imprese e società dovrebbero affrontare per abbattere le emissioni globali in edilizia.

  • Sviluppare codici energetici per l’edilizia in linea con i principi dell’edilizia a emissioni zero (ZEB): al 2022, solo 3 paesi hanno stabilito tali codici energetici.
  • Aumentare il tasso e l’impatto dell’adeguamento degli edifici esistenti per l’efficienza energetica, dall’attuale 1% al 5-10% all’anno.
  • Adottare misure di progettazione passiva per tutti i nuovi edifici.
  • Raccolta di dati, tramite strumenti come Building Passports .
  • Incentivi finanziari per maggiori investimenti nella decarbonizzazione del settore edilizio e delle costruzioni, compresa l’innovazione e il passaggio al riutilizzo, alla circolarità, ai materiali naturali o di origine biologica o ai mutui verdi offerti dalle banche.
  • Le aziende del settore sono inoltre incoraggiate a sviluppare una solida comprensione del proprio impatto sociale, incorporando standard di equità e diversità nel proprio lavoro.
  • Le ONG possono aumentare la consapevolezza del ruolo degli edifici nel cambiamento climatico e sostenere cambiamenti politici verso approcci di progettazione inclusivi e sostenibili.
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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.