L’UE ha fissato l’obiettivo di ridurre le sue emissioni del 90% entro il 2040. Il settore dei trasporti può fare la sua parte ma servono misure aggiuntive oltre allo stop ai nuovi veicoli endotermici a partire dal 2035 (che ridurrà i gas serra dei trasporti del 57%). Evitare nuove strade, favorire il tpl e i treni permette di tagliare un altro 14%. Mentre puntare sui combustibili elettrici non conviene
L’analisi di Transport & Environment
(Rinnovabili.it) – Per centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2040, l’Europa deve accelerare la decarbonizzazione del settore dei trasporti. E se lo stop alla vendita di nuove auto diesel e benzina a partire dal 2035 è la chiave di volta, questa misura da sola non basterà. Ma con pochi altri provvedimenti, Bruxelles potrebbe facilmente ridurre le emissioni trasporti UE dell’86% rispetto ai livelli del 2015 nel giro di 16 anni. Lo afferma un rapporto di Transport & Environment pubblicato oggi.
Una roadmap per ridurre le emissioni trasporti UE dell’86%
T&E ha calcolato che l’insieme di politiche sui nuovi standard emissivi per le auto approvate nel 2023 riusciranno, da soli, a ridurre le emissioni trasporti UE del 57% entro il 2040. Il ventaglio di misure comprende il bando dei veicoli endotermici dopo il 2035 e gli standard emissivi per i veicoli di nuova immatricolazione.
La seconda misura più efficace – e necessaria – che Bruxelles dovrebbe adottare è impedire una crescita ulteriore dell’uso dei veicoli. Tra il 2000 e il 2018, l’uso di auto nell’UE è aumentata di circa il 17% e la Commissione europea prevede che cresca del 20% entro il 2050. Come invertire la rotta? T&E propone tre leve: fermando la costruzione di nuove strade, passando al trasporto pubblico e alla mobilità attiva nelle città, passando ai treni per distanze più lunghe. Insieme, questo ventaglio di misure ridurrebbe le emissioni trasporti UE di un ulteriore 14%.
Per mettersi in linea con l’obiettivo europeo del -90% di emissioni entro il 2040 serviranno poi altri provvedimenti specifici. In particolare, secondo l’analisi di T&E, bisogna favorire la rottamazione dei vecchi veicoli con motori a combustione e la loro sostituzione con auto elettriche e trasporti pubblici. Misure che consentiranno un taglio di emissioni del 7%. Dalla più rapida elettrificazione delle flotte di auto aziendali si ricaverebbe un ulteriore calo del 5%, mentre il retrofitting dei veicoli endotermici per renderli elettrici consentirà un altro -4% di emissioni. Tutte misure, queste ultime, che mirano a eliminare gradualmente i 73 milioni di veicoli endotermici che si prevede saranno ancora su strada a metà secolo.
Mentre la scelta dei combustibili elettrici – a cui l’UE ha aperto nella revisione dello stop alle auto diesel e benzina – non conviene rispetto alle altre opzioni. “È stato riscontrato che il carburante elettrico ha i costi più elevati per il proprietario, emissioni di CO2 nel ciclo di vita più elevate e non ridurrebbe l’inquinamento atmosferico urbano”, spiega il rapporto. “Fondamentalmente, i carburanti elettrici e l’idrogeno necessario per produrli saranno necessari in settori difficili da abbattere (ad esempio l’aviazione e il trasporto marittimo), quindi non vi è alcuna garanzia che la benzina elettrica sia disponibile per le automobili”.