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Un quartiere a prova di nubifragi: è l’ecovillaggio di Montale

L’ecovillaggio di Montale, a sud di Modena, è in grado di raccogliere l’acqua piovana dei nubifragi in un quantitativo 10 volte superiore rispetto a quanto richiesto dalla normativa

Ecovillaggio di Montale caso studio per captazione acqua piovana
credits: Ecovillaggio di Montale caso studio per captazione acqua piovana

L’infrastruttura verde e blu si affida ad una triplice e sapiente progettazione ingegneristica, urbanistica ed edilizia 

(Rinnovabili.it) – L’allerta meteo delle ultime ore riporta l’attenzione sulla fragilità del territorio italiano sempre più soggetto a fenomeni estremi e alluvioni. Imparare ad adattarsi ai cambiamenti climatici è diventato un imperativo, tanto da richiedere un cambiamento radicale anche nel nostro modo di vivere. E se ci fosse la possibilità di progettare un ecoquartiere resiliente ai nubifragi capace di trasformare l’acqua in eccesso da problema a risorsa? L’obiettivo è stato raggiunto con l’Ecovillaggio di Montale, un quartiere green esempio di urbanistica resiliente costruito a sud di Modena.

Un sistema per la captazione dell’acqua

nubifragi
Ecovillaggio di Montale e la infrastruttura verde-blu_ nella foto pozzi perdenti

I nubifragi di questi giorni hanno messo alla prova anche l’Ecovillaggio di Montale mostrando le molteplici potenzialità ingegneristiche di un sistema ben congegnato. A fare la differenza è il sistema di captazione dell’acqua piovana, raccolta in corrispondenza di ciascun lotto abitativo per poi essere convogliata nella falda in vista di un futuro riutilizzo a scopo irriguo. Grazie ad un sistema complesso composto da tubi drenanti, pozzi perdenti e fossi, in caso di piogge forti, l’impianto di captazione dell’Ecovillaggio di Montale ha la capacità di catturare nel primo secondo di pioggia, acqua pari a 58,15 litri. Evitando di inviare alla struttura fognaria pubblica un solo millimetro di acqua.

Un dato estremamente significativo anche in considerazione del fatto che, la normativa della Regione Emilia-Romagna considera il quantitativo minimo d’acqua da captare in 0,005 mm al secondo per mq. Ma con la sua resilienza ai nubifragi, l’ecoquartiere è strutturato in modo da riuscire a raccoglierne 10 volte più acqua di quanto previsto dalla normativa.

“Ecovillaggio protegge e fa uso sostenibile dell’acqua piovana. Il bello è che già nel 2009 abbiamo cominciato a progettare pensando ad un cambiamento climatico, lavorando con assoluto anticipo per contenere le conseguenze di eventi meteo climatici sempre più intensi e frequenti. Con un gruppo di lavoro interdisciplinare abbiamo progettato questa infrastruttura altamente tecnologica e allo stesso tempo semplice in linea con i principi della bio ed ecosostenibilità che consente di non mandare l’acqua nella rete fognaria”, sottolinea in una nota l’agronoma del paesaggio Marcella Minelli, protagonista nella realizzazione dell’infrastruttura ecocompatibile dell’Ecovillaggio. 

Un Impianto verde e blu

L’infrastruttura verde blu realizzata nell’Ecovillaggio consiste in alcuni precisi interventi di riforestazione e azioni urbanistiche oltre che edili. Prima di arrivare alla falda acquifere, l’acqua viene captata dai tetti e dai terrazzi delle residenze, ma anche dai percorsi ciclabili e dai giardini privati grazie ad un’adeguata pendenza.

Il contributo arriva anche dai parcheggi a prato, con la duplice funzione di prevenire le ondate di calore e drenare le acque piovane, mentre la pavimentazione in autobloccanti drenanti al 100% evita ristagni. Il beneficio di questo grande impianto, realizzato quando ancora non si parlava così diffusamente di cambiamento climatico, è triplice: si tutela la risorsa idrica, l’ambiente circostante e si protegge la salute delle persone generando un beneficio ecosistemico complessivo.

Una volta terminato il periodo delle grandi piogge e dei nubifragi, l’acqua catturata dall’infrastruttura dell’eco quartiere a sud di Modena servirà per irrigare il verde nei periodi di siccità.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.