L’Anses, l’agenzia nazionale francese per la sicurezza alimentare, ha appena pubblicato un rapporto di oltre 300 pagine che contiene una valutazione dettagliata delle tecniche di evoluzione assistita. Gli OGM 2.0 mostrano molti rischi potenziali che non sono presi adeguatamente in considerazione dai meccanismi di valutazione e monitoraggio proposti dall’UE. Il rapporto è di gennaio, ma il governo di Parigi l’ha tenuto nel cassetto per procedere spedita con l’iter di approvazione a Bruxelles. Un’inchiesta di Le Monde lo ha costretto a rendere tutto pubblico
Il rapporto si basa su 12 casi studio su OGM 2.0 presto commercializzabili
(Rinnovabili.it) – Il rapporto è rimasto nel cassetto dell’Anses per settimane. Su spinta del governo. Parigi non voleva “interferenze” mentre il parlamento europeo discuteva se approvare o meno i nuovi OGM. Il documento dell’agenzia nazionale francese per la sicurezza alimentare – il secondo in pochi mesi – non dava infatti giudizi teneri. I rischi delle TEA, le tecniche di evoluzione assistita con cui si costruiscono gli OGM 2.0, ci sono e dovrebbero essere presi seriamente in considerazione. A farlo emergere, alla fine, non è stato l’esecutivo francese ma un’inchiesta di Le Monde. Che ha costretto a riaprire il cassetto e pubblicare ufficialmente il rapporto.
L’UE corre verso gli OGM 2.0
Nell’ultimo anno, l’UE ha accelerato l’adozione di un nuovo metodo per classificare gli organismi geneticamente modificati. La Commissione ha presentato lo scorso luglio una proposta che poi ha attraversato a tappe forzate l’iter legislativo. E già il 7 febbraio di quest’anno il parlamento europeo ha dato il suo sì.
Se passasse questa nuova classificazione, gli OGM “tradizionali” resterebbero soggetti alle restrizioni in vigore oggi, mentre si sdoganerebbe la produzione e la vendita di OGM 2.0 ottenuti tramite CRISPR-Cas, una tecnica che utilizza delle “forbici molecolari” per produrre una mutazione inserendo pezzi di dna della stessa specie nell’organismo bersaglio. La proposta della Commissione dettaglia, poi, i protocolli per la sicurezza e altri dettagli che dettagli non sono: dalla possibilità o meno di brevettare i semi a come evitare che la contaminazione accidentale crei danno al biologico, fino alla possibilità, per la scienza, di monitorare l’impatto degli OGM 2.0 e poter produrre delle valutazioni informate sui rischi a intervalli regolari.
Quali sono i rischi delle TEA?
Secondo l’Anses, il sistema previsto oggi per la valutazione dei rischi sanitari e ambientali delle piante geneticamente modificate tramite CRISPR-Cas “non è parzialmente adatto alla valutazione di queste nuove piante”. Servono valutazioni “caso per caso” perché, nelle poche sperimentazioni effettuate finora, sono chiaramente emersi dei possibili rischi per la salute.
L’Anses ha studiato 12 piante OGM 2.0, scelte tra quelle più suscettibili di arrivare sul mercato nel breve termine e che rappresentano la diversità delle applicazioni, delle specie e delle caratteristiche modificate. La conclusione è che “esistono nuovi rischi potenziali per la salute e l’ambiente legati alle piante con problemi di mutagenesi diretti da CRISPR-Cas”. E ricorda anche che una parte dei rischi già noti per gli OGM tradizionali resta presente anche per quelli di nuova generazione.
L’agenzia dettaglia i rischi delle TEA individuati. Esistono pericoli relativi alla tossicità, allergenicità e proprietà nutrizionali delle piante modificate. C’è il rischio di un flusso di geni modificati rispetto a popolazioni selvatiche o coltivate non OGM (quindi con rischi non solo per il biologico ma anche, e forse soprattutto, per la biodiversità in senso più ampio). Ci sono poi rischi associati alle interazioni con gli animali che consumano queste piante, inclusi gli insetti impollinatori. E ancora, alterare i meccanismi con cui opera la pressione selettiva naturale può sfociare nell’aumento della patogenesi di alcuni pericoli biologici.
Per mitigare questi rischi delle TEA, l’Anses propone un sistema di valutazione caso per caso e la creazione di un meccanismo di monitoraggio che permetta di raccogliere informazioni su cosa succede effettivamente con la coltivazione di piante modificate tramite TEA rispetto ai potenziali rischi associati.