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Il Decreto Superbonus è legge: via libera anche dal Senato

Anche l’Aula del Senato ha approvato definitivamente il testo di conversione del Decreto Superbonus confermando il decalage al 70% a partire dal 31 dicembre 2023. Confermato il fondo indigenti e la sanatoria per lavori non conclusi che impedisce al Fisco il recupero dell'agevolazione.

Decreto Superbonus
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Nel Decreto Superbonus confermate anche le tanto criticate limitazioni al bonus barriere architettoniche 75% 

(Rinnovabili.it) – Con 81 voti a favore, 48 contrari e 4 astenuti, anche il Senato ha dato il suo via libera definitivo al disegno di legge di conversione del Decreto Superbonus n.212 del 29 dicembre 2023. Uscito dalla Commissione Finanze e dalla Camera senza modifiche alla sua forma originale, il DL 212/2023 ha come obiettivo quello di evitare la mancata assegnazione dei benefici dell’agevolazione fiscale nel caso del mancato completamento degli interventi nelle scadenze di legge. 

Il Ddl Superbonus tra sanatoria, fondo indigenti e limitazioni

Tra sostenitori ed oppositori, il Decreto Superbonus è approdato al Senato confermando i 4 articoli contenuti nel primo testo scritto a fine dello scorso anno. Vediamo nel dettaglio il ddl approvato ieri al Senato.

Sanatoria per lavori incompleti e fondo indigenti – In particolare, l’articolo 1, prevede che le detrazioni spettanti per gli interventi di Superbonus per le quali sia stata esercitata l’opzione di sconto in fattura o cessione del credito, con SAL effettuati entro il 31 dicembre 2023, non siano oggetto di recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate, sia in caso di mancata ultimazione dell’intervento stesso che per il mancato salto di due classi di efficienza. Il medesimo articolo riconosce inoltre ai cittadini con reddito di riferimento (quoziente familiare) non superiore ai 15.000 euro, che abbiano completato almeno il 60% dei lavori entro il 31 dicembre 2023, uno specifico contributo. 

No alla cessione ed assicurazione obbligatoria per i Comuni colpiti dal sisma – Nell’articolo 2, il DL SUperbonus estende il divieto generale di utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura anche agli interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici alle zone sismiche 1, 2 e 3 comprese in piani di recupero di patrimonio edilizio o riqualificazione urbana per le quali non sia stato richiesto prima del 30 dicembre 2023 il relativo titolo abilitativo. Introduce inoltre l’obbligo di stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni causati agli immobili da calamità naturali ed eventi catastrofali per gli interventi agevolati con il 110 % in  Comuni dei territori colpiti da eventi sismici.

Bonus Barriere Architettoniche limitato – L’articolo 3 entra nel merito delle barriere architettoniche, limitando gli interventi agevolabili dallo stesso bonus al 75% previsto dall’articolo 119-ter del decreto legge 34/2020, ed effettuati dopo il 31 dicembre 2023, ai soli interventi aventi ad oggetto scale, rampe e l’installazione di ascensori, servoscale e piattaforme elevatrici. 

Il testo del Decreto divide i senatori

Il decreto-legge oggi in discussione non risolve il problema sul campo, ma si limita a introdurre una specie di sanatoria per coloro che non sono riusciti a completare i lavori, abdicando rispetto alle concrete soluzioni che sarebbero state necessarie”, commenta il Senatore Michele Fina (PD). “Insomma, è un vero e proprio pasticcio. Per vostra responsabilità, nelle prossime settimane saremo spettatori di gravi contenziosi e fallimenti di molte imprese”, conclude il senatore rincarando la dose in una dichiarazione al Sole24Ore. “A fronte di circa 190 miliardi di impatto sui conti pubblici sono più dell’ottanta per cento le risorse recuperate a valere di IRPEF, Iva e entrate indirette, recupero dell’evasione e aumento dell’occupazione. Il decreto in discussione non risolve nessuno dei problemi in campo e aver respinto le richieste della filiera delle costruzioni per una proroga breve ovvero per un Sal straordinario, arrecherà danni irreversibili al comparto”.

Favorevoli invece i senatori di Forza Italia rappresentati dalle dichiarazioni del senatore Roberto Rosso. Con il decreto-legge in esame evitiamo che il mancato completamento degli interventi del superbonus provochi la revoca dei benefici già erogati”, “abbiamo aiutato le famiglie meno abbienti, riconoscendo a chi ha un reddito sotto i 15.000 euro un contributo per compensare la riduzione del bonus dal 110 per cento dell’altro anno al 70 per cento del 2024. Ciò dà ai condomini la possibilità di concludere i lavori, perché nei condomini ci sono diverse possibilità economiche familiari”. “Oggi abbiamo archiviato il superbonus al 110 per cento, anche perché un palazzo senza fondamenta alla fine crolla e, per quanti tacconi abbiamo tutti contribuito a fare a quella misura al 110 per cento, alla fine si è comunque sgretolata. Adesso dobbiamo pensare al futuro”, ha poi concluso il senatore Rosso in occasione della votazione sul Decreto Superbonus.