Le aziende che comprano materie prime seconde possono ottenere crediti di imposta per prodotti riciclati grazie a un decreto del 2022
Il programma per fornire crediti di imposta per prodotti riciclati aveva una dotazione di 12 milioni
(Rinnovabili.it) – Sono 406 le imprese italiane che stanno per beneficiare di un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica tesa a incentivare il riciclo. Il dicastero ha infatti annunciato l’assegnazione dei crediti d’imposta per prodotti riciclati alle aziende che hanno acquistato materie prime seconde provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi.
Si tratta del primo risultato tangibile di un decreto, pubblicato il 9 febbraio 2022, che definisce i criteri e le certificazioni necessarie per accedere a questa agevolazione. Le imprese che nel 2019 o nel 2020 hanno acquistato prodotti e imballaggi provenienti da materiali di recupero sono idonee per richiedere il credito d’imposta. La misura prevede un rimborso del 36% delle spese sostenute per l’acquisto di tali prodotti, con un limite massimo annuale di 20 mila euro per ciascuna azienda beneficiaria. Complessivamente, il programma dispone di una dotazione di 12 milioni di euro.
Le imprese possono usufruire del beneficio se hanno acquistato prodotti finiti realizzati con materiali provenienti da raccolta differenziata degli imballaggi, inclusi plastica, carta, cartone, legno, e alluminio. Sono inclusi nella lista anche i materiali primari e secondari biodegradabili e compostabili.
La speranza del MASE è di supportare le imprese che adottano pratiche ecologiche, ma anche di “promuovere la circolarità dell’economia, incoraggiando l’utilizzo di materiali riciclati e il ricorso a processi produttivi più sostenibili”.
Se da un lato l’Italia è ancora lontana dai target europei di riciclo, il settore degli imballaggi è quello che performa meglio. La percentuale di riciclo dei rifiuti urbani si attesta al 49,2%, in crescita rispetto al precedente anno (48,1%) e a 8 decimali dal target UE del 50% previsto per il 2020. Mentre tra 6 anni bisognerebbe arrivare al 65%. E se calano, molto, i rifiuti conferiti in discarica (-7,9% sul 2021, una flessione di quasi il 18%), restando però ancora distanti dai target UE, va meglio sul fronte degli imballaggi. Tutte le frazioni merceologiche sono già oltre gli obiettivi comunitari per il 2025 tranne la plastica, ferma al 48,9% ma comunque molto prossima alla soglia fissata al 50%. Merito anche di iniziative che spingono le aziende a rimettere nell’economia le materie prime seconde.