Il segreto della cella al silicio più efficiente del mondo è un sistema di concentrazione ottico laterale in grado di assorbire il 100% della radiazione luminosa, evitando l’uso di un dispositivo di inseguimento solare
Nel mese di novembre del 2005, l’Università del Delaware ha ricevuto circa 13 milioni di dollari come fondi di investimento per le fasi iniziali del programma che dovrà produrre la cella solare più efficiente del mondo, il cosiddetto DARPA Very High Efficiency Solar Cell (VHESC), con l’obiettivo di sviluppare caricabatterie portatili e celle fotovoltaiche. Grazie a questo progetto, incentivato anche da DuPont, azienda chimica di fama mondiale, una squadra di ricercatori dell’Università del Delaware, il “primo” degli Stati Uniti d’America, sono riusciti nell’impresa di implementare il livello di efficienza delle celle di silicio, portandole dal famoso ultimo primato del 40.7% detenuto dalla Spectrolab, società statunitense della compagnia Boeing produttrice di celle e moduli fotovoltaici per lo spazio, ad un incredibile 42.8%. Questa percentuale, che costituisce un record inaspettato e senza precedenti, è stata raggiunta accoppiando una serie di innovazioni tecnologiche di ultima generazione ad una cella al silicio cristallino ad altissime prestazioni. La ricerca è stata coordinata da Allen Barnett e da Christiana Honsberg, ricercatori e professori di ingegneria elettrica e informatica all’Università del Delaware (UD), che stanno portando avanti il progetto di efficienza delle celle solari (High Performance Solar Power Program) per raggiungere l’obiettivo del 50% entro il 2010. Il programma è regolato dal Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), l’Agenzia della Difesa per progetti di ricerca avanzata. L’innovativa cella fotovoltaica non solo è la prima a così alto rendimento, ma presenta un design e dimensioni tali da prevedere una sua facile integrazione in oggetti tecnologici di uso comune come i personal computer, i caricabatterie portatili e ovviamente i tetti delle nostre case, ed è stata sviluppata, ideata e prodotta, in un periodo di tempo molto breve, solamente ventuno mesi. Il precedente livello di efficienza del 40.7% era stato raggiunto con un dispositivo di concentrazione dell’energia, che richiedeva un sistema di inseguimento con ottica sofisticata, composto da una lente dalle dimensioni spropositate, ovvero grande come un tavolo di lavoro con uno spessore di circa 30 cm, al contrario della tecnologia utilizzata nei laboratori della UD, che possono vantare un dispositivo dallo spessore non superiore al centimetro. Afferma inoltre l’ingegner Honsberg che il miglioramento di oltre due punti di percentuale è una conquista di considerevole rilevanza, poiché in questo tipo di tecnologia avanzamenti dell’ordine di 0.2% sono solitamente considerati alti, e quando si riesce ad ottenere un intero punto di percentuale in più vengono divulgati come grandi scoperte e innovazioni significative. Gli ingegneri Barnett e Honsberg confermano che questo risultato è da ricondurre principalmente alla forma architettonica della cella, sviluppata nel programma di ricerca avanzata della DARPA.