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Dal 21/09/07 al 27/09/07

h4. Come “risucchiare” la CO2 dall’atmosfera

_Dalle cartiere arriva una tecnologia innovativa per il sequestro dell’anidride carbonica, che prevede il suo stoccaggio tramite i macchinari di lavaggio della poltiglia della carta da riciclo_

27/09/07 – Los Angeles – Si torna nuovamente a parlare del “sequestro” di CO2, grande sfida per minimizzare l’inquinamento atmosferico, dovuto in special modo agli scarichi delle automobili, agli impianti di condizionamento dell’aria delle nostre case, ai fumi delle industrie di vario genere. Arriva dalla Columbia University, nella figura dell’Ingegnere Frank Zeman, coordinatore di un gruppo di scienziati e ricercatori, una possibile soluzione, del tutto originale e curiosa, che impiega le macchine degli impianti delle cartiere per il sequestro del gas a effetto serra ed il suo stoccaggio nel sottosuolo o nei fondali oceanici. L’aria, risucchiata nel macchinario, attraversa una camera in cui è predisposto uno speciale filtro costituito da materiale fibroso pressato, la carta da riciclaggio appunto, imbevuto di idrossido di sodio, che letteralmente assorbe l’anidride carbonica. Successivamente la soluzione così ottenuta, combinata con calce per renderla “tangibile”, può essere stoccata e immagazzinata, prestandosi così ad essere trasportata e smaltita. La tecnologia attuata non è tra le più complesse, e ha il vantaggio di partire da componenti e tecniche già adottate in altri dispositivi industriali. Tuttavia il processo si è rivelato costoso, anche se ulteriori studi e affinamenti della tecnologia dovrebbero contribuire, in un futuro abbastanza vicino, ad abbatterne il prezzo.(Fonte Treehugger)

h4. Film sottile allo zinco

_Un dispositivo altamente innovativo prevede l’applicazione della tecnologia del fotovoltaico su superfici ancora più sottili e versatili, utilizzando ossido di zinco_

26/09/07 – USA – Arriva dall’Università di Buffalo una nuova tecnologia che consiste nello spruzzare sottilissimi strati di ossido di zinco attraverso un nuovo metodo sensibile alla temperatura del materiale sul quale viene depositato, che comprende polimeri, plastica e addirittura nastri flessibili, ovvero film sottile versatile e multiuso. Autore principale della scoperta è il Professore di Chimica della stessa Università, James F. Garvey, il quale però avvisa di uno svantaggio insito nel sistema: operando ad altissime temperature, esiste il serio rischio di danneggiare, se non addirittura fondere, il substrato di supporto sul quale viene spruzzato l’ossido di zinco. È per questo motivo che alcuni ricercatori hanno sviluppato una tecnica in cui le molecole dell’ossido vengono rese abbastanza fredde da ricoprire in modo sicuro e senza danni il materiale di supporto sensibile al calore. Il metodo messo a punto, denominato arco pulsato (la denominazione piuttosto complessa viene abbreviata dall’acronimo PAMBD), agisce tramite una scarica tra i due coni di zinco puro. Il metallo puro è vaporizzato e reagisce con l’ossigeno per generare chimicamente le molecole di ossido di zinco, che vengono a loro volta spruzzate attraverso un’apertura molto piccola che ha la forza di raffreddare e ricoprire infine la superficie di supporto. Questa tecnologia permette lo stampaggio su superfici di diverso materiale e con spessori variabili, fino a pellicole molto sottili. Probabilmente questa nuova scoperta porterà in breve tempo allo sviluppo della tecnologia del fotovoltaico impiegato per la realizzazione di monitor a cristalli liquidi, sensori chimici e dispositivi optoelettronici, contribuendo all’abbattimento del costo di produzione e di vendita e all’innalzamento dell’efficienza del fotovoltaico a film sottile.(Fonte Energy&SolarDaily)

h4. Idrogeno con la fotosintesi

_Grazie a nuovi composti fotosensibili denominati disilicidi, alcuni ricercatori hanno sviluppato un nuovo modo per produrre idrogeno dall’acqua_

25/09/07 – Germania – I ricercatori del German Max Planck Institute hanno sviluppato un sistema basato su un processo che imita la fotosintesi clorofilliana delle piante per convertire l’energia del sole in energia chimica. Si tratta di un catalizzatore fotosensibile a base di disilicide di titanio (TiSi2), come spiega il Professor Martin Demuth del Dipartimento di Chimica Bioinorganica dell’Istituto, che scinde l’acqua in idrogeno e ossigeno grazie alla formazione di un ossido sullo strato di titanio che provoca la reazione dei centri cataliticamente attivi. Inoltre è economicamente molto conveniente, poiché utilizza componenti chimici non costosi. Il disilicide di titanio ha proprietà optoelettroniche insolite, ideali per le tecnologie che utilizzano la radiazione solare, e assorbe una vasta gamma dello spettro di luce, oltre ad essere molto sensibile anche a basse temperature, sufficienti perché si possa scatenare la reazione di scissione dell’acqua e di liberazione dell’idrogeno. La ricerca in questo campo ed in particolar modo in questa metodologia di stoccaggio dell’idrogeno viene condotta oggi da un gruppo strutturato di ricercatori che si sono riuniti fondando una compagnia con sede a Lörrach, in Germania, della quale fa parte anche il Professor Demuth, e che prevede di introdurre presto nel mercato dell’energia i dispositivi basati sul metodo della scissione tramite disilicidi.(Fonte Physorg.com)

h4. Turbine eoliche usa-e-getta?

_Dai ricercatori danesi arriva un metodo interattivo che valuta l’impatto delle turbine eoliche e ne prevede smaltimento e riciclaggio_

24/09/07 – Washington DC – Uno dei maggiori problemi che i generatori eolici presentano è insito nella durata della turbina, poiché si rende necessaria non solo una manutenzione programmata ed accurata, ma anche la sostituzione della macchina. In futuro però si prevede non solo che le turbine siano maggiormente efficienti, e quindi più durature, ma anche che possano essere riciclate, attraverso un accurato programma di valutazione del loro impatto ambientale, soprattutto in fase di utilizzo e smaltimento, e del loro “peso” industriale e commerciale. Alcuni ricercatori ed esperti del settore, tra i quali Per Dannemand Andersen, Mads Borup e Thomas Krogh, sono riusciti a mettere a punto un metodo interattivo per valutare e minimizzare l’impatto ambientale delle turbine eoliche, considerando la loro rimozione ed il riciclaggio alla fine del ciclo di vita. Gli scienziati prevedono che entro il 2050 l’”industria” dell’energia eolica, e più in generale del settore delle fonti rinnovabili, oggi ancora troppo giovane, sarà in grado di diminuire l’impatto negativo dovuto all’utilizzo e allo smaltimento di questi complessi impianti.(Fonte EnergyDaily)

h4. Bicicletta solare al 100%

_Arriva dal Canada la prima bicicletta super leggera interamente mossa dall’energia del sole, grazie ai cerchi solari delle sue ruote_

23/09/07 – Canada – In coda alle giornate senz’auto si affacciano nella rete iniziative di mobilità sostenibile all’insegna del basso impatto ambientale e della diminuzione dell’inquinamento, per rafforzare non solo il senso civico ma anche l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia alla portata di tutti. Arriva infatti dalla compagnia canadese diretta da Peter Sandler la bicicletta “a tutto sole”, ovvero la E-V Sunny Bicycle. Si tratta di una bicicletta dal peso di circa 34 kg, totalmente alimentata da moduli solari, che in questo caso sono curiosamente integrati all’interno del cerchio delle ruote, in sostituzione dei tradizionali raggi metallici, e supportata da un “motore-batteria” da 500 watt, disposto sul portapacchi, in grado di muovere il mezzo fino a fargli abbattere il muro dei 30 km all’ora. Il suo arrivo nel mercato internazionale è molto atteso, ed il costo di questo gioiellino non è assolutamente proibitivo, se consideriamo che utilizza fonti di energia rinnovabile (il vero valore aggiunto): 1.295 dollari, pari a circa 900 euro.(Fonte Ecogeek)

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