Siamo nel campo dell'invisibile tecnologico. Infatti ricercatori di Harvard hanno messo a punto un prototipo di cella solare fotovoltaica, più sottile di un capello, costituita di un solo nanocavo (diametro 300 nanometri, i miliardesimi del metro), in grado di generare corrente di 200 pico watts.
Charles Lieber, che guida un team di ricercatori di Harvard, ha pubblicato sulla rivista scientidica “Nature” i dati su un prototipo di nanocavo (nanowire) fotovoltaico, realizzato con vari strati concentrici di ossidi di silicio, che vantano proprietà ottiche e elettriche.
Assorbendo sulla sua superficie esterne i fotoni, questo nanocavo riesce ad eccitare gli elettroni che transitano poi nel secondo strato e finiscono così per creare una contenuta corrente nella sezione centrale, costituita da silicio cristallino. E’ una nano-cella tubolare che cattura una quantità significativa di luce nella sua lunghezza, muove elettroni, senza intrappolarli in strati troppo spessi, e usa l’anima di silicio cristallino per canalizzare i flussi di corrente.
Un bel salto in avanti, considerando che la cella a nanocavo è fatta solo di silicio, abbondante in natura, e non ha bisogno di metalli rari come il gallio o l’indio.
Il prototipo di Harvard offre una resa energetica decisamente bassa (il 3,4% della luce è convertita in elettricità), contro il 20% delle celle fotovoltaiche in silicio policristallino.
Si tratta comunque di una strada di grande interesse perché questa tecnologia richiede materiali a basso costo (niente cristalli di silicio iperpuro, ad esempio) e da un processo chimco di crescita basato su gas.
Questa cella fotovoltaica a basso costo in nanocavi é intanto proposta da Lieber e il suo team come futuro miniaturizzato generatore di energia per nanosensori o nanocomputer. Ma l’ottimismo fa sperare che da questo inizio arriverà un risultato certo maggiore del 3,4% ottenuto oggi. (fonte IlSole24Ore.it)