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Cina: primi passi per l’autonomia dal carbone

Primi tagli all'utilizzo del combustibile fossile per eccellenza, il carbone, il più utilizzato in Cina. Centinaia di generatori chiusi ed oltre otto milioni e mezzo di kW in meno per le industrie

In Cina la Commissione di Stato per lo sviluppo e la riforma (Cedr) ha avviato la dismissione di 365 centrali termiche, di contenute dimensioni, ma per una capacità globale di 11,1 milioni di kilowatt. L’eliminazione di questi impianti fa parte del piano cinese per diminuire l’inquinamento. La Cina ha assunto infatti l’impegno di tagliare del 20% il proprio consumo per unità di Pil (la cosiddetta intensità energetica) e del 10% la quantità di emissioni inquinanti tra il 2006 e il 2010.
Il 47% dei generatori fermati (potenza media di 30.000 kilowatt, grande consumo di carbone, età media 28 anni), si trovavano concentrati in cinque sole regioni: Henan, Jiangsu, Shandong, Mongolia Interna e Sichuan, dove ne erano attivi 191 (capacità di 5,26 milioni di kilowatts). La misura ha creato non pochi problemi alle più grandi imprese cinesi, quelle locali e quelle di Stato che hanno dovuto così rinunciare a 8,51 milioni di kW.

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