L’intesa prevede che l’elenco delle materie prime critiche e strategiche diventi ora parte del diritto comunitario e aggiunge all’elenco l’alluminio e la grafite sintetica
Critical Raw Materials Act, le novità del nuovo regolamento europeo
(Rinnovabili.it) – Fumata bianca per la Legge sulle materie prime critiche (Critical Raw Materials Act) dell’Unione Europea. Ieri il Parlamento e il Consiglio hanno trovato un accordo politico sul testo, che ora dovrà essere approvato formalmente da entrambi i legislatori. L’intesa mantiene gli obiettivi generali della proposta originaria ma rafforza diversi elementi. A partire dall’inclusione dell’alluminio nell’elenco dei materiali strategici e dal rafforzamento del riciclo.
Per Teresa Ribera Rodríguez, ministra per la transizione ecologica della Spagna (a cui spetta la presidenza del Consiglio fino alla fine dell’anno), non c’è dubbio che si tratti del primo passo per l’autonomia strategica dell’Europa. “La nostra dipendenza dalle materie prime rappresenta il tallone d’Achille della nostra competitività”, ha commentato la politica spagnola al termine dell’incontro. “Ma con il Critical Raw Material Act possiamo trasformare questa debolezza in forza. Possiamo creare un settore estrattivo veramente europeo; possiamo trasformare i nostri rifiuti in una risorsa; possiamo costruire legami più stretti con i paesi terzi e garantire l’ancora di salvezza del nostro settore in modo veramente sostenibile“.
Una visione sposata a pieno dall’eurodeputata e vicepresidente del Parlamento Nicola Beer (Renew, DE). “Questo accordo è un modello di politica industriale per un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime in Europa“, ha sottolineato Beer. “Con incentivi economici mirati, stiamo creando un quadro stabile per i leader di progetto e gli investitori privati“.
Quali sono le materie prime critiche (CMR)?
Quelle per cui, ad oggi, non esistono sostituti validi, dalla cui importazione dipende la maggior parte dei paesi consumatori e la cui offerta è dominata da uno o pochi produttori. L’esecutivo UE le monitora attentamente da una decina d’anni e con cadenza triennale stila un elenco basato sia sull’importanza economica che sul rischio di approvvigionamento (valutato nella fase di estrazione o lavorazione).
Nel dettaglio per essere definiti critici ed entrare nella lista i materiali devono avere un alto valore aggiunto, essere essenziali a livello manifatturiero/produttivo, provenire da fonti geograficamente concentrate o essere di difficile reperimento. Attualmente l’Europa importa quasi tutti questi materiali e in molti casi con quote elevate provenienti da un unico Paese. Ad esempio, il Sud Africa fornisce il 71% del fabbisogno comunitario di platino. Le terre rare provengono per il 98% dalla Cina mentre la Turchia domina la fornitura di borato.
La lista UE di CMR (*)voci aggiunte all’elenco dalla nuova legge sulle materie prime critiche
Antimonio | Bismuto | Feldspato | Elio | Manganese | Fosforo | Tantalo |
Arsenico | Boro | Fluorite | Elementi delle terre rare pesanti | Grafite naturale e sintetica* | Metalli del gruppo del platino | Titanio metallico |
Bauxite | Cobalto | Gallio | Elementi delle terre rare leggere | Nichel – grado batteria | Scandio | Tungsteno |
Barite | Carboni da coke | Germanio | Litio | Niobio | Silicio metallico | Vanadio |
Berillio | Rame | Afnio | Magnesio | Fosforite | Stronzio | Alluminio* |
Come si può ben notare, nella tabella fanno capolino anche metalli decisamente più comuni e diffusi, come il rame e nichel, che non soddisfano i criteri CRM. Il motivo? L’esecutivo von der Leyen ha voluto rendere l’elenco più esaustivo aggiungendo da quest’anno anche le “materie prime strategiche”, vale a dire risorse ritenute espressamente rilevanti per le transizioni verde e digitale.
Cos’è la Legge sulle materie prime critiche?
La Legge sulle materie prime critiche è l’atto che definisce una serie di azioni a garanzia di un approvvigionamento sicuro, diversificato, conveniente e sostenibile delle CMR sopracitate. Insieme al Net Zero Industry Act e alla Riforma dell’assetto del mercato elettrico, il Regolamento è una delle iniziative legislative di punta del Piano industriale Green Deal, ed è stato presentato dalla Commissione Europea in un pacchetto di misure a marzo di quest’anno.
Al suo interno, nuove regole mirano ad incrementare le capacità nazionali di materie prime critiche lungo la catena di approvvigionamento. Come? Con una procedura di autorizzazione rapida e semplificata per i progetti di estrazione strategici, da gestire attraverso un unico punto di contatto nazionale. E stabilendo precisi parametri di riferimento per estrazione, trasformazione riciclo e import. La legge richiede inoltre un’analisi dei rischi legati a possibili dipendenze, piani di esplorazione degli Stati membri, maggiori investimenti nella ricerca, nell’innovazione e nelle competenze.
I principali elementi dell’accordo
Il compromesso provvisorio sulla Legge Materie Prime Critiche aggiunge una voce – l’alluminio- all’elenco dei materiali strategici per la transizione Quindi ad oggi la lista UE individua 34 materie prime critiche e 17 materie prime strategiche. Il testo di compromesso ritiene inoltre che oltre alla grafite naturale, anche quella sintetica costituirà una materia prima strategica per un periodo di 3 anni, fino a quando la Commissione non effettuerà una nuova revisione dell’elenco.
Altre modifiche rilevanti: i progetti in grado di produrre materie prime innovative a sostituzione di quelle strategiche nelle tecnologie rilevanti nell’ambito dei Progetti UE Strategici. L’intesa ha lasciato inalterati i parametri di riferimento per l’estrazione e la lavorazione, ma ha aumentato quello del riciclo ad almeno il 25% del consumo annuale di materie prime dell’UE. Chiedendo anche un incremento sostanziale delle attività di recupero.
Nel dettaglio le nuove disposizioni prevedono che:
- almeno il 10% del consumo annuo di CMR provenga all’estrazione UE;
- almeno il 40% del consumo annuo di CMR provenga dalla trasformazione effettuata nell’Unione;
- almeno il 15% del consumo annuo di CMR venga dal riciclo;
- non più del 65% del consumo annuo UE provenga da un singolo paese terzo.
Procedura di autorizzazione più breve
L’accordo politico unifica anche i tempi della procedura di autorizzazione. La durata totale dell’iter autorizzativo non dovrebbe superare i 27 mesi per i progetti di estrazione e i 15 mesi per i progetti di trasformazione e ricicl. Mentre la prima fase della valutazione di impatto ambientale (la produzione della relazione, che deve essere condotta dal promotore del progetto) non sarà inclusa nel calendario per l’approvazione del progetto. E la consultazione pubblica necessaria per la VIA sarà parte della durata totale del processo di autorizzazione.
Preparazione al rischio aziendale
I colegislatori hanno infine proposto che 18 mesi dopo l’entrata in vigore della Legge sulle materie prime critiche, la Commissione presenti una relazione sul consumo stimato di ciascun materiale per i prossimi tre decenni. Le grandi aziende esposte a carenze di materiali strategici (ad esempio produttori di batterie, di idrogeno, di impianti rinnovabili, ecc.) dovranno effettuare regolarmente una valutazione del rischio della loro catena di approvvigionamento.