Rinnovabili •

Trasparenza, un Regolamento UE obbliga a indicare la provenienza per i cibi in busta

La trasparenza fa un altro passo avanti con il nuovo Regolamento dell’Unione Europea che impone l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine degli ingredienti per i cibi in busta. Alcuni, come verdure da lessare e insalate pronte per il consumo, sono entrati nelle abitudini di spesa

Image by wavebreakmedia_micro on Freepik

L’importanza della trasparenza per i consumatori

(Rinnovabili.it) – La trasparenza dovrebbe essere la funzione principale delle etichette apposte sulle confezioni dei prodotti alimentari. Una delle funzioni della trasparenza è la dichiarazione della provenienza degli ingredienti. Su questo punto si sono fatti grandi passi avanti, ma ci sono ancora elementi da perfezionare.

Pubblicato il nuovo Regolamento UE

Il nuovo Regolamento Delegato (UE) 2023/2429 della Commissione Europea del 17 agosto 2023 è stato pubblicato il 3 novembre nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.

Tale Regolamento «integra il regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme di commercializzazione per il settore degli ortofrutticoli, per alcuni prodotti trasformati a base di ortofrutticoli e per il settore delle banane, e abroga il regolamento (CE) n. 1666/1999 della Commissione e i regolamenti di esecuzione (UE) n. 543/2011 e (UE) n. 1333/2011 della Commissione».

Ad esempio, il nuovo Regolamento inserisce l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine per frutta e verdura in busta, noci, mandorle, nocciole e altri frutti sgusciati, agrumi secchi, fichi secchi e uva secca, funghi non coltivati, zafferano.

Leggi anche Etichette, i consumatori UE vorrebbero il marchio di qualità ecologica

Gli alimenti in busta fanno parte delle abitudini di acquisto

L’obbligo è molto importante per i consumatori. Infatti, dovrebbe evitare che i prodotti provenienti da paesi esteri – con tecniche di coltura e regole meno stringenti in fatto di pesticidi – siano confusi con analoghi prodotti italiani, giustamente famosi per la loro qualità.

Il Regolamento, infatti, definisce le norme di commercializzazione anche per i prodotti importati.

I prodotti in busta, soprattutto le verdure da lessare e le insalate di IV gamma pronte per il consumo, sono prodotti il cui consumo è ormai entrato nelle abitudini di acquisto degli italiani.

Il Regolamento rappresenta un ulteriore passo avanti verso la trasparenza in etichetta: la sua piena applicazione avverrà a decorrere dal 1° gennaio 2025. Questo significa che da allora i 4/5 degli alimenti esposti sugli scaffali dovranno indicare l’origine della materia prima.

Leggi anche Emendamento al DDL n. 651, no all’hamburger veg nelle etichette

La completa trasparenza è ancora lontana

Tuttavia, c’è ancora molto da fare. L’origine di molti alimenti non è ancora tracciata, come nel caso di succhi di frutta, marmellate, legumi in scatola, pane e biscotti. Anche i ristoranti dovrebbero indicare la provenienza di carne e pesce.

Su questo tema si è molto spesa Coldiretti, sia in Italia che in Europa, a cominciare dalla tracciabilità della carne bovina dopo l’emergenza della mucca pazza nel 2002.

A questa è seguito l’impegno per indicare l’obbligo di varietà, qualità e provenienza per l’ortofrutta fresca (2003), il codice di identificazione delle uova (2004) e il paese di origine del miele (2004).

Un impegno per la trasparenza che si è esteso ad altri prodotti come latte, passata di pomodoro, formaggi, salumi, riso e pasta.

L’Italia ha fatto da apripista in Europa per la trasparenza in etichetta, ora i relativi decreti interministeriali devono essere prorogati entro il 31 dicembre 2023.

About Author / La Redazione