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I “nanosetacci” risparmiano energia nella produzione di biocarburanti

Un nuovo tipo di membrana, sviluppata dagli scienziati della University of Twente, in Olanda, si è dimostrata in grado di resistere a temperature elevate per un lungo periodo di tempo. Questa sorta di “setaccio molecolare” capace di rimuovere l'acqua da solventi e biocarburanti, potrebbe costituire una valida alternativa ad alta efficienza energetica rispetto alle tecniche già esistenti

La nanotecnologia non smette di stupire. Dopo 18 mesi di test, alcuni ricercatori olandesi hanno messo a punto delle nuove membrane dotate di nanopori che si sono rivelate altamente efficaci, pur essendo state continuamente esposte a una temperatura di 150 °C. Gli scienziati sono riusciti ad ottenerle utilizzando un nuovo tipo di materiale “ibrido” che unisce il meglio delle attuali membrane polimeriche e in ceramica (dotate al contrario di minore resistenza quando esposte alla combinazione di acqua e alte temperature). Il risultato è una membrana con pori sufficientemente piccoli da permettere solo a molecole ancora più piccole di passarvi attraverso. Le membrane ibride si sono dimostrate particolarmente adatte per “l’essiccazione” di solventi chimici e biocarburanti, un’applicazione per la quale esiste un vasto mercato potenziale. Il principale vantaggio di questo tipo di tecnologia è che consuma molta meno energia rispetto alle comuni tecniche di distillazione. Gli scienziati prevedono anche delle opportunità nei processi di separazione dell’idrogeno da miscele di gas. Ciò implicherebbe una vasta gamma di applicazioni in materia d’energia sostenibile. I risultati sono stati raggiunti dalla stretta collaborazione tra gli scienziati di Inorganic Materials Science Group del MESA Institute for Nanotechnology (UT), dell’Energy Efficiency in Industry department di ECN e dell’Università di Amsterdam. L’invenzione è stata brevettata in tutto il mondo.