Il rapporto di Systemiq per il Nordic Council individua le politiche da attivare in modo coordinato per ridurre la plastica con un Trattato globale
Solo se implementate in modo coordinato e ambizioso, queste misure permetteranno di ridurre la plastica mal gestita del 90% al 2040
(Rinnovabili.it) – Non c’è solo un modo di ridurre la plastica, ce ne sono quindici. Li elenca un nuovo rapporto commissionato dal Nordic Council, il Consiglio nordico dei ministri per l’ambiente e il clima. Realizzato dalla società di advisory Systemiq, il dossier afferma che politiche coordinate a livello globale potrebbero ridurre del 90% la plastica mal gestita e del 30% la produzione annuale di plastica vergine entro il 2040 rispetto ai livelli 2019.
Restare fermi, invece, potrebbe causare la crescita della produzione di plastica vergine del 66% entro lo stesso periodo. Inoltre, il mondo vedrebbe quasi raddoppiare la plastica mal gestita, con un conseguente aumento delle emissioni del 63%. Secondo il rapporto, sono necessarie misure “ulteriori e più forti” per allineare la filiera all’Accordo di Parigi.
Il ministro dell’ambiente islandese, Gudlaugur Thór Thórdarson, è anche il presidente del Consiglio nordico. Nel suo commento all’uscita del dossier ha spinto molto sull’adozione del Trattato globale sulla plastica. “Un ambizioso trattato sulla plastica rappresenta un’opportunità unica per porre fine all’inquinamento da plastica entro il 2040”, ha detto Thórdarson. “Questo rapporto mostra come le attuali politiche globali, anche se migliorate, non risolvano completamente il problema. Per raggiungere questo obiettivo dovremo affrontare negoziati difficili, stimolare maggiore innovazione, raccogliere nuove conoscenze e mobilitare politiche più ambiziose. Il nostro futuro richiede un’economia della plastica veramente circolare e oceani puliti”.
Quindici soluzioni per ridurre la plastica
Il rapporto propone 15 interventi politici globali lungo tutto il ciclo di vita della plastica. Portarli avanti, però, è possibile ed efficace solo se i paesi si danno regole comuni nella cornice del Trattato. Le proposte prevedono
- Obiettivi di riduzione dei volumi di plastica vergine
- plastic tax per finanziare le soluzioni
- leve specifiche per ridurre i consumi
- divieto del monouso “evitabile”
- criteri per l’eliminazione delle sostanze chimiche problematiche e dei relativi materiali
- regole per un ecodesign che permetta un riuso sicuro e la riparazione
- obiettivi per la raccolta e il riciclo
- schemi di responsabilità estesa del produttore applicati a ogni settore
- controlli per una transizione giusta nel settore informale
- restrizioni al commercio di rifiuti plastici
- norme per smaltire in modo controllato i rifiuti non prevenibili o riciclabili
- programmi di rimozione della plastica nell’ambiente
- politiche a monte per ridurre l’uso e la produzione di microplastiche
- politiche a valle per catturare le microplastiche e smaltirle in modo controllato
Se anche tutto questo venisse fatto al meglio, gli analisti prevedono che resteranno 13 milioni di tonnellate di plastica mal gestite, di cui 5 di microplastiche.
A guardare il bicchiere mezzo pieno, però, emerge che gli interventi potrebbero realizzare una riduzione del 90% dei volumi annuali di plastica mal gestiti entro il 2040 rispetto al 2019. Sul fronte del riciclo, potremmo assistere a una crescita di sette volte del settore a livello globale, passando dalle 29 milioni di tonnellate nel 2019 a 201 entro il 2040. Le emissioni di gas serra, invece, rimarrebbero invariate.