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Caro materiali: MIT bocciato dal Consiglio di Stato, rilevazioni da rifare

Accolte le obiezioni dei Costruttori in merito alle errate rilevazioni dell'aumento del caro materiali per il 2018 e 2021 considerate sottostimate di oltre il 20%

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Il ricorso dei costruttori sul caro materiali era già stato accolto dal TAR del Lazio

(Rinnovabili.it) – Con due recenti sentenze (n.7355/2023 e n.7359/2023) anche il Consiglio di Stato conferma le decisioni del Tar del Lazio e accoglie i ricorsi di ANCE contro le rilevazioni del caro materiali contenute nei DM 11 novembre 2021 e maggio 2018 e 2019.

La decisione del CdS mette un punto alla questione messa sul piatto dall’Associazione Costruttori e precedentemente accolta dal TAR del Lazio.

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Rilevazioni sul caro materiali errate

Ciò che viene contestato al MIT è la valutazione della variazione dei prezzi considerata errata, rispetto al prezzo reale di mercato corrisposto dalle imprese. Secondo le rilevazioni dell’ANCE, il DM 11 novembre 2021 aveva sottostimato di un buon 20% i rincari subiti dai materiali da costruzione nel primo trimestre 2021. Di conseguenza le compensazioni proposte alle aziende affidatarie delle opere pubbliche, non avrebbe consentito di coprire la reale spesa sostenuta a causa del caro materiali.

Per i costruttori la colpa era da attribuirsi ad un metodo di rilevazione dei prezzi disomogeoneo nonostante sia calcolato incrociando le differenti fonti di Unioncamere, Istat e Provveditorati.

Molti dei dati raccolti presentavano lacune se non addirittura errori sostanziali, come nel caso delle rilevazioni dell’Emilia Romagna rimaste immutate per anni nonostante il caro materiali e l’inflazione.

Il Consiglio di Stato dà ragione ai costruttori

Pur considerando il creiterio scelto dal MIT idoneo, il CdS sottolinea la necessità che questo stesso criterio, sia anche “integralmente rispettato” ossia che si “verifichi la concordanza dei dati tra le diverse fonti”. Ma nel caso in esame non è stato cosìessendo mancate alcune rilevazioni che avrebbero potuto essere colmate con altre fonti alternative.

In conclusione il Ministero potrà proseguire nell’utilizzo di questa stessa metodologia, ma dovrà verificare puntualmente i rincari segnalati dall’ANCE e relativi al caro materiali di 15 dei 56 materiali rilevati.