In Gallura, dove si produce il 70% del sughero nazionale, una startup ha inventato materiali bio-based per la moda e l’automotive
I materiali bio-based di Lebiu riducono l’impronta ecologica ed evitano la pelle animale, fornendo al contempo alte prestazioni
(Rinnovabili.it) – Chi ha detto che i materiali di nuova generazione devono essere inventati da zero? A volte basta guardarsi attorno per trovare le soluzioni più creative ed ecologiche. Lo ha capito Lebiu, startup sarda che trasforma gli scarti della lavorazione del sughero in pregiati materiali bio-based, utilizzabili nel campo della moda, dell’interior design e dell’automotive.
Lebiu, che in sardo significa leggerezza, è nata nel 2020 a Calangianus, in Gallura, dove si produce il 70% del sughero nazionale. Fabio Molinas, uno dei fondatori, racconta che l’idea viene “da un progetto di ricerca e sviluppo durato dieci anni. Durante gli anni di università, ho iniziato a studiare le proprietà dello scarto di sughero come componente per creare un’alternativa cruelty-free e sostenibile alle pelli tradizionali”.
Nel frattempo, l’Unione Europea si è resa conto che era tempo di intervenire per ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile. Ha messo in campo incentivi per le imprese creative, e Lebiu li ha intercettati. “L’idea è quella di unire tradizione, artigianato e innovazione, trasformando uno scarto di produzione in un nuovo prodotto”, spiega la startup in una nota.
Da qui ha sviluppato due prodotti. Il primo è Corskin, un materiale tecnico a base di sughero e resine plant-based provenienti da coltivazioni non OGM e da campi non sottratti all’agricoltura per l’alimentazione. Il materiale è una finta pelle personalizzabile. Nanocork, invece, è un finissaggio naturale da applicare sui capi, grazie a un processo che risparmia fino al 90% di acqua, prodotti chimici ed energia. Genera un effetto “naturalmente invecchiato”, ma al contempo aumenta le prestazioni del capo in termini di isolamento termico e antistaticità.
L’intero processo produttivo avviene in Italia: in Sardegna si svolgono le attività di ricerca e sviluppo, mentre la produzione è affidata ad aziende del Nord Italia.
“Con i nostri materiali riusciamo ad arrivare al 75% di composto di origine bio, ma il nostro obiettivo è quello di produrre un Corskin 2.0, che sia l’evoluzione di quella attuale, per arrivare fino al 95% di materiale riciclato e rinnovabile”, conclude Molinas.