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Cina: inquinare con i pannelli solari?

Da un articolo del Washington Post, la denuncia di aspetti contraddittori della produzione di pannelli solari fabbricati dalle industrie cinesi, con processi che risulterebbero inquinanti

A quanto riporta il quotidiano americano, secondo le analisi del rapporto “Powering China’s Development: The Role of Renewable Energy” del Worldwatch Institute, la Cina è già oggi leader mondiale nella produzione di impianti e componenti per il fotovoltaico. La sua potenzialità industriale è cresciuta da 350 Mw del 2005 ai 1.000 MW del 2006, con una stima di 1.500 MW per il 2007.
Il tutto in soli cinque anni, partendo da zero e arrivando ad un giro di affari di miliardi di dollari, grazie all’esportazione del 90% di questa produzione sul mercato europeo, degli Usa e del Giappone.
Ma l’attacco dell’articolo del Washington Post é rivolto ad uno dei maggiori produttori di pannelli solari cinese: Luoyang Zhonggui, accusato di inquinare con i rifiuti tossici, risultato della sua produzione, le campagne, avvelenando coltivazioni, acque ed atmosfera a danno anche delle popolazioni del posto. Così come altri impianti, denuncia sempre il giornale, che producono polisilicio (componente fondamentale dei pannelli), hanno comportamenti simili, o a causa della mancanza di impianti per l’abbattimento delle sostanze inquinanti o per il loro mancato utilizzo.