Gianni Murano: “Europa comprenda importanza biocarburanti”
Guidare la transizione verde con proposte alternative, ma non antitetiche, al full electric, in modo da rendere questo percorso più agevole, efficiente e meno gravoso.
E’ questo l’obiettivo di UNEM (Unione Energie per la Mobilità), che con le sue proposte si inserisce nel dibattito del piano energetico per la transizione verde, in maniera alternativa rispetto a quanto proposto dall’Unione Europea, ma in linea con altre importanti voci come quella della Germania. Questo e altri temi sono stati il focus dell’Assemblea Annuale di UNEM che si è svolta oggi, alla presenza del nuovo Presidente Gianni Murano.
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“La transizione energetica è un processo complesso in cui serve un ponte. Noi crediamo che la decarbonizzazione sia il futuro, ma dobbiamo raggiungerlo con gli strumenti attuali per cercare di capire come rendere la transizione sostenibile da un punto di vista sociale, ambientale ed economico – ha dichiarato il neopresidente di UNEM Gianni Murano–. Dobbiamo avere un approccio più illuministico, anche guardando alle eccellenze tecnologiche di questo Paese, in cui possiamo essere vincenti. E i biocarburanti sono sicuramente una eccellenza tecnologica che ci può appartenere e su cui possiamo fare leva per realizzare la transizione”.
“Sono abbastanza convinto della previsione che ho messo nel Pniec di 6,5 milioni di veicoli al 2030 di tipo elettrico“, sono state le parole del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a margine dell’assemblea Unem. A tal proposito, stanno definendo la stesura finale del Pniec, che poi verrà mandato a Bruxelles e comincerà l’anno di confronto, anche a livello nazionale. L’accelerazione che stiamo avendo sull’elettrico – prosegue Pichetto Fratin – porterà a una a una crescita delle vendite dell’elettrico e quindi io credo che il grosso l’avremo dal 2026-27 in avanti ma al 2030 i 6,5 milioni sono realizzabili. Ogni azienda deve individuare il proprio percorso di decarbonizzazione e di sviluppo perchè la decarbonizzazione va accolta come un’opportunità di sviluppo di modernizzazione”.
“Ci aspettiamo che anche l’Europa comprenda l’importanza dei biocarburanti avanzati e dei recycled carbon fuel che possono dare un contributo importante alla decarbonizzazione dei trasporti, valorizzati e incentivati in altri Paesi, e che agisca di conseguenza per evitare un processo di deindustrializzazione altrimenti irreversibile, a tutto vantaggio di aree che certamente non fanno della difesa dell’ambiente la loro priorità – continua Gianni Murano –. Quello che chiediamo al Governo, con cui c’è una ritrovata sintonia tecnica, è di non essere ingabbiati in soluzioni che non ci appartengono ma di lasciare libero il settore di trovare le soluzioni tecnologiche, naturalmente avendo sempre come obiettivo la decarbonizzazione. E concentrandoci sulla roccaforte della sicurezza energetica. Ovviamente non esiste solo una soluzione ma più soluzioni, e i biocarburanti rappresentano una di queste”.
Per raggiungere l’obiettivo di 6,6 milioni di auto elettriche al 2030 bisognerebbe immatricolare per i prossimi 7 anni oltre 940.000 auto elettriche rispetto alle 117.000 dello scorso anno e alle 59.000 dei primi 5 mesi del 2023, cioè oltre il 70% di tutto l’immatricolato dello scorso anno. Sarà perciò essenziale mettere in campo misure concrete di incentivi sia alla produzione, con la progressiva trasformazione delle materie prime lavorate dalle raffinerie, sia alla domanda per favorire la penetrazione dei Lcf, come chiede anche la UE, senza però creare parallelamente obblighi che penalizzano il settore e ostacolano la ricerca e lo sviluppo.
“I 6 milioni di tonnellate che si prevede vengano prodotti sono un tassello – sostiene Murano -, ma ci sono anche gli e-fuel, l’idrogeno, e l’elettrificazione. E sicuramente anche il carbon capture e storage è una delle tecnologie da portare avanti. Dobbiamo immaginare le raffinerie come degli hub energetici in cui gli oli minerali, in maniera molto graduale, saranno sempre meno importanti. Da parte nostra – afferma ancora Gianni Murano – abbiamo previsto 8-9 miliardi di euro di investimenti addizionali per la trasformazione dell’intera filiera, volti a potenziare la nostra capacità produttiva sui biocarburanti avanzati e i recycled carbon fuels, per lo sviluppo dell’idrogeno verde e degli e-fuels, nonché per la gestione delle emissioni all’interno delle raffinerie e la realizzazione di impianti per la cattura, stoccaggio e utilizzo della CO2. Serve però una prospettiva che vada oltre il 2035. Per raggiungere l’obiettivo, dunque, non basta disegnare scenari virtuosi e fare ipotesi poco realistiche alla luce di una non chiara e possibile evoluzione tecnologica di alcune opzioni. Occorre pragmatismo e neutralità tecnologica, cosa che è mancata sinora. Con una prospettiva in cui prevarrà una pluralità di carburanti con una componente fossile sempre minore, appaiono evidenti i limiti di una rete distribuzione carburanti che oggi in Italia conta 21.700 punti vendita, certamente capillare ma anche sovradimensionata e inefficiente, che dovrà razionalizzarsi nel numero ed ammodernarsi per rispondere alla sfida della decarbonizzazione ed erogare tutte le diverse energie e servizi per la mobilità”.
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Rispetto alla nuova cartellonistica, infine, il presidente di UNEM è convinto che rischi di creare confusione: “Il dibattito che si è sviluppato nei mesi successivi al ripristino dell’accisa piena ha determinato una nuova misura di obbligo per il nostro settore e cioè l’introduzione, dal prossimo 1° agosto, di un nuovo cartellone sui punti vendita indicante il prezzo medio regionale per la rete stradale e nazionale per quella autostradale. Una misura che non ci sentiamo di condividere che, oltre a rappresentare un nuovo onere per gli operatori, rischia di generare confusione nel consumatore. Sarà perciò importante – ha aggiunto Murano – informare adeguatamente i consumatori per evitare nuove e inutili polemiche e credo che in questo caso sarà essenziale il supporto pubblico”.