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Confindustria, in Sardegna 5% fonti rinnovabili

In Sardegna le fonti di energia rinnovabile, in massima eolico e fotovoltaico, rappresentano il 4,9% rispetto al 18,3% delle media italiana. Lontano dall’obiettivo del 2020 per ridurre l’inquinamento del 20%. Il dato e’ stato fornito dalla Confindustria della Sardegna Meridionale che, durante il convegno ”Fotovoltaico: opportunita’ per le imprese”, ha annunciato l’apertura di uno sportello energia al servizio degli imprenditori sardi. ”In effetti pare che il fotovoltaico nell’Isola stia cercando di prendere quota – ha detto il vice presidente dell’associazione industriali, Marco Dotta – ma per raggiungere valori significativi risulta indispensabile puntare su alcuni aspetti chiave: formazione ed informazione, crescita del numero di operatori qualificati del settore, supporti finanziari adeguati e affidabilita’ e garanzie”. L’alternativa al petrolio e derivati, secondo Dotta, non puo’ essere solo l’arrivo del gas naturale dall’Algeria ne’ tanto meno la ripresa del ”discorso nucleare”, ma l’utilizzo di sorgenti di energia che non siano soggette ad esaurimento, puntando su un mix di tecnologie che possono essere individuate nell’eolico e nel fotovoltaico. ”La nostra regione, almeno in una fase iniziale – spiega Dotta – sembrava intenzionata a scommettere tutto sulle fonti rinnovabili, ma in questi anni sull’eolico si e’ dovuta registrare una paralisi quasi totale e, pertanto, alle imprese non resta che puntare sul fotovoltaico”. Confindustria chiede alla Regione un supporto maggiore sia dal punto di vista legislativo (Piano energetico ambientale regionale della Sardegna) che da quello degli strumenti di agevolazione finanziaria (contributi per l’installazione degli impianti). In media per un pannello che produce un chilowatt di energia dal sole con la tecnologia al silicio si spendono circa settemila euro.

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