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Fer-Play, fertilizzanti alternativi per suoli sani

Il progetto Fer-Play, finanziato dall’Unione Europea, sta studiando i benefici dei fertilizzanti alternativi rispetto a quelli di sintesi per ridurre l’impatto ambientale e rendere l’agricoltura europea più sostenibile e circolare

fertilizzanti alternativi
Foto di Roman Synkevych su Unsplash

Fertilizzanti alternativi o convenzionali?

Rinnovabili.it) – Il progetto Fer-Play, finanziato dall’Unione Europea, ha lo scopo di mappare, valutare e far conoscere i benefici dei fertilizzanti alternativi a quelli di sintesi. Fer-Play, infatti, analizza gli effetti dei fertilizzanti alternativi prodotti con materiali di recupero. Qual è la differenza? I fertilizzanti convenzionali sono sicuramente efficaci ma hanno due grosse “controindicazioni”. Hanno un forte impatto ambientale e, come si è visto con lo scoppio della guerra in Ucraina, rende gli agricoltori europei dipendenti dalle tensioni geopolitiche e dalla conseguente volatilità dei prezzi. Un fattore, quest’ultimo, che ha creato enormi problemi in agricoltura e non solo.

Pertanto, i fertilizzanti ricavati dagli scarti delle lavorazioni agricole rappresentano un’alternativa ai prodotti di sintesi e sono anche un valido esempio di economia circolare.

Il titolo esteso del progetto è Multi-assessment of alternative fertilisers for promoting local sustainable value chains and clean ecosystems. I fondi provengono dal programma di ricerca e innovazione Horizon Europe.

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Da Fer-Play un sostegno alla trasformazione dei sistemi alimentari

Promuovendo l’uso e la produzione di fertilizzanti alternativi, Fer-Play rappresenta un significativo sostegno alla trasformazione dei sistemi alimentari portata avanti dall’Unione Europea. Il progetto si basa su tre pilastri: economia circolare, indipendenza nell’approvvigionamento delle risorse, salvaguardia della salute degli ecosistemi.

Quali sono gli obiettivi europei che Fer-Play sostiene promuovendo l’uso di fertilizzanti alternativi?

  • Prevenire la contaminazione dell’acqua e del suolo con 2,83 milioni di tonnellate di fertilizzanti entro il 2050.
  • Sostituire 3,77 milioni di tonnellate di fertilizzanti convenzionali con altri alternativi.
  • Mitigare le emissioni di gas serra nel settore agricolo (88% di emissioni di CO2 e 87% di N2O entro il 2050).
  • Ridurre le importazioni di fertilizzanti del 20% (con un risparmio di 689,38 milioni di euro l’anno) diversificando le fonti di approvvigionamento.
  • Promuovere lo sviluppo della bioeconomia circolare a livello locale e regionale.

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Fertilizzare con il digestato

Coldiretti ha deciso di aderire al progetto Fer-Play, che coincide con posizioni che l’associazione sostiene da tempo. Ad esempio, l’equiparazione a fertilizzante del digestato proveniente da impianti di biogas alimentati con gli scarti zootecnici.

Come spiega Coldiretti, «il digestato è un sottoprodotto che deriva dal processo di digestione anaerobica che può essere utilizzato come fertilizzante per le principali colture agrarie: un contributo alla chiusura naturale del ciclo dei nutrienti nel rispetto dei principi della bioeconomia».

Il digestato permette quindi la concimazione senza ricorrere ai prodotti di sintesi: minore impatto sull’ambiente e un «valore aggiunto alla filiera zootecnica attraverso un aumento della resa energetica della trasformazione dei foraggi per la produzione di alimenti».

Fer-Play invita gli imprenditori agricoli a rispondere a un questionario per raccogliere le loro opinioni.

Dopo aver approfondito lo studio sui fertilizzanti alternativi, intende portare i risultati all’attenzione delle istituzioni competenti affinché ne facilitino l’adozione per rendere l’agricoltura europea più sostenibile e circolare.

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