Nonostante uno spessore di meno di 0,1 millimetri, il sistema sviluppato dalla Warming Surfaces Company è in grado di riscaldare casa in pochi secondi
Il riscaldamento intelligente Halia è privo di plastiche, terre rare o pellicole adesive
(Rinnovabili.it) – Una sottile rete metallica mimetizzata nelle pareti o negli arredi, capace di riscaldare grandi aree della nostra casa istantaneamente e con la stessa facilità con cui accendiamo e spegnamo le luci. E’ quanto sono riusciti a sviluppare gli ingegneri di una società finlandese con il loro riscaldamento intelligente Halia.
Ispirato alle tecniche militari utilizzate per confondere i termografi dei nemici, questo sistema smart non ha limiti di posa, non impiega plastiche o terre rare per la sua realizzazione e permette di dire addio agli ingombranti sistemi di riscaldamento del passato.
Riscaldamento mimetico pixelato
Con Halia, la Warming Surfaces Company vuole “digitalizzare il riscaldamento adattandolo all’era della sostenibilità”. Infatti questa tecnologia a wafer sottile permette di riscaldare, quasi in tempo reale,anche ambienti molto grandi, impiegando una quantità di energia molto più bassa rispetto agli impianti tradizionali.
Il segreto è contenuto nella rete radiante “pixellata” con uno spessore inferiori agli 0,1 millimetri, che rende possibile la sua integrazione anche all’interno dei materiali da costruzione, come muri pavimenti in laminato, ma anche porte e pareti, mobili e tessuti d’arredo.
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Così come premendo un interruttore si accendono le luci, allo stesso modo il sistema Halia riscalda solo le aree della casa che ci occorrono, alla temperatura che desideriamo, riducendo nettamente i consumi energetici, ma aumentando il comfort interno.
“Oggi le famiglie europee spendono circa 40 volte più energia per riscaldare casa che per l’illuminazione”, commenta Jani-Mikael Kuusisto, CEO e co-fondatore di The Warming Surfaces Company Ltd. La facilità di installazione del sistema di riscaldamento intelligente finlandese inoltre, lo rende una valida alternativa sia nel caso delle ristrutturazioni che delle nuove costruzioni, e potrebbe contribuire a rinnovare quei circa 35 milioni di edifici più energivori dell’Ue entro il 2030.
