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UE diffida Italia per mancate autorizzazioni alle industrie

Insieme ad altri otto stati membri, il nostro paese ha disatteso le disposizioni in materia di autorizzazioni previste per gli impianti industriali dalla direttiva UE sulla prevenzione e riduzione dell'inquinamento

Pronta una diffida scritta per nove stati membri, tra cui l’Italia, che, entro il 30 ottobre 2007, non hanno rilasciato nuove autorizzazioni (o aggiornato quelle già in corso) per gli oltre 9.000 complessi industriali in tutta Europa.
“Tutti gli impianti in esercizio nell’Unione Europea devono rispettare livelli di emissioni rigorosi. – ha dichiarato oggi Stavros Dimas, Commissario all’Ambiente – Livelli che sono stati fissati per ridurre al minimo le ripercussioni negative dell’inquinamento industriale sulla salute dei cittadini e sull’ambiente”.
La diffida sarà scritta e partirà oggi stesso indirizzata, quindi, a chi non ha rilasciato le autorizzazioni di legge su prevenzione e riduzione dell’inquinamento (direttiva IPPC) che, come nota la Commissione, serve a prevenire e arginare le emissioni industriali sia nell’atmosfera, come nelle acque e nel suolo. Le nuove autorizzazioni (o il loro rinnovo) si applicano agli insediamenti industriali nati prima del 30 ottobre 1999 (per Bulgaria, Estonia e Slovenia, la data é quella di adesione all’UE).
Vari avvertimenti e richieste di chiarimento hanno evidenziato come in nove paesi (Belgio, Bulgaria, Estonia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia e Spagna) gli impianti erano senza autorizzazioni nuove o aggiornate. In totale si parla di oltre 9.000 impianti su un totale di 52.000 in tutta l’UE. La Commissione seguirà da vicino il regolarizzarsi della situazione sostenendo gli Stati membri nell’applicazione della direttiva.