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Biologico, stentano le vendite di un mercato ancora di nicchia

Nonostante ci siano delle aperture e nuovi approcci nella definizione di politiche strategiche per lo sviluppo dell’agricoltura biologica, i consumi delle famiglie stentano a decollare

Foto di Michael Schwarzenberger da Pixabay

(Rinnovabili.it) – La strategia di sviluppo dell’agricoltura definita nel Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-2027 dimostra di essere particolarmente attenta alla crescita del settore biologico.

È ormai evidente quanto lo sviluppo dell’agricoltura biologica sia fondamentale per il conseguimento degli obiettivi ambientali dettati dall’agenda europea.

Una visione che è alla base delle strategie Farm to Fork e Biodiversità che rientrano nel Green Deal europeo, ovvero in tutta una serie di obiettivi verdi che l’Unione Europea intende raggiungere nei prossimi anni.

Il biologico per la salute dell’uomo e del Pianeta

Il biologico è considerato da un lato sinonimo di salute, dall’altro una garanzia per il consumatore finale in termini di qualità e salubrità degli alimenti.

Inoltre, ed è altrettanto importante, il biologico è il modello di agricoltura in grado di garantire il rispetto dell’ambiente e la tutela della biodiversità.

Alcuni Paesi europei hanno raggiunto o perfino superato la soglia del 25% di terreni destinati a biologico, tuttavia l’UE ha tutta l’intenzione di accelerare la conversione al biologico.

Per raggiungere tale obiettivo, l’Italia ha aumentato la dotazione finanziaria a sostegno del biologico.

Inoltre, fatto inedito, sono stati inseriti nel piano di sviluppo dei collegamenti con altri strumenti per agire in sinergia secondo un’ottica di sostegno multiprogramma all’agricoltura biologica.

L’impressione è che da parte italiana ci sia un’ottima disposizione a interpretare la competitività del settore agricolo, agroalimentare e forestale come fattore chiave per migliorare le performance ambientali: in sostanza, più rispetto dell’ambiente e più attenzione alla qualità e alla salute.

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I consumi delle famiglie non decollano

Questo quadro positivo non trova però un riscontro adeguato nei consumi delle famiglie, come evidenzia il rapporto Biologico: gli acquisti alimentari delle famiglie curato da ISMEA. Nel 2022 il mercato del biologico ha registrato una crescita appena dello 0,5% sul 2021 (che aveva chiuso con -4,6% sul 2020): un dato comunque positivo, ma è una crescita insufficiente per lo sviluppo del settore.

Gli acquisti del biologico sono per la maggior parte nel settore ortofrutticolo (45,1% del totale). Crescono però altre categorie merceologiche come le uova fresche (+6,8%) e latte e formaggi (+5,7%).

I canali di acquisto passano soprattutto per la grande distribuzione (63,5%), che supera di molte lunghezze i negozi specializzati (22,9%). A sorpresa, i discount hanno segnato +14,2%.

Il biologico, tuttavia, rimane ancora un canale di nicchia nell’ambito dell’agroalimentare italiano: nel 2022 è stato appena del 3,6%.

Il rapporto ISMEA evidenzia un’inversione di tendenza nella spesa delle famiglie: scendono i settori dove il biologico era più rappresentato (ortofrutta, pasta e altri derivati dei cereali) e salgono carni fresche e trasformate e prodotti ittici. In calo anche le vendite di vino biologico, dopo anni di crescita.

Dal punto di vista geografico, qual è l’area più orientata ad acquisti bio? Il Nord guida la classifica, il Centro ha registrato un piccolo aumento (+1%) nell’ultimo anno, mentre al Sud il mercato del biologico rallenta.

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