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L’energia spiegata al Festival di Lecce

Oltre cinquanta ospiti tra esperti e scienziati, divulgatori e giornalisti, politici ed economisti, e oltre trenta appuntamenti tra incontri, mostre, laboratori e spettacoli, per una tre giorni all’insegna dell’energia. A Lecce il primo Festival dell'energia “L’energia spiegata” si è chiuso con un bilancio positivo: buoni i numeri, grande la qualità degli interventi

Sin dall’inaugurazione, alla presenza delle Autorità e del Nobel per la chimica Paul Crutzen, si è sottolineata l’importanza cruciale del dibattito sull’energia, necessario per poter effettuare delle scelte consapevoli in uno scenario mondiale in cui l’uso di determinate fonti energetiche coinvolge profondamente la stessa sicurezza sociale.
Scenario che si scontra sempre più spesso, soprattutto nel nostro Paese, con la cosiddetta “sindrome di NIMBY” (Not In My Back Yard, lett. “Non nel mio cortile”) cioè l’atteggiamento che osteggia quelle opere di interesse pubblico che si teme possano avere effetti negativi sui territori in cui verranno costruite.
Tale atteggiamento, come ha sottolineato Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia, deriva dalla diffidenza a causa dei tanti disastri ambientali provocati da certa industria; da qui la necessità di non appoggiarsi su un’informazione sensazionalistica, ma basata su maggiore conoscenza. In tal modo il dibattito, seppur infervorato, non sarà ignorante e tutti saranno nelle condizioni di esprimersi consapevolmente.
Come ha ribadito Ortis, presidente dell’AEEG: dobbiamo capire di più per poter scegliere meglio, come consumatori e come protagonisti di un futuro legato allo sviluppo sostenibile.
La prima occasione di dibattito, venerdì pomeriggio, ha avuto come tema il mercato dell’energia del futuro sempre più globale, tra liberalizzazione e speculazioni.
Da una parte Carcassi di UIL ha sottolineato come per i consumatori le attuali tariffe siano confuse perché riportano in bolletta parametri non paragonabili tra loro e come diventi sempre più necessario stabilire tariffe per le fasce più deboli. Dall’altra Zuccoli di A2A ha indicato il nucleare come unica strada realisticamente percorribile ai fini della riduzione dei costi dell’energia elettrica, contro l’impennata degli idrocarburi e i loro effetti negativi sull’ambiente.
Rosa Filippini, degli Amici della Terra, ha invece evidenziato che sarebbe sufficiente un ventesimo degli investimenti previsti in Italia per le fonti energetiche rinnovabili, per concretizzare il risparmio energetico e la messa in efficienza del patrimonio edificato.
Ma il festival dell’energia già dalla prima giornata è riuscito nella non facile impresa di avvicinare tutte le fasce di pubblico, attraverso le mostre interattive, la caccia al tesoro per le vie cittadine e la selezione cinematografica che ha spaziato da “Monster & Co” per i più piccoli, a “Il petroliere”.

Il secondo summit del Festival ha indagato le dinamiche in cui opereranno le imprese nel futuro, impegnate su vari fronti in questo passaggio dai monopoli nazionali, al mercato europeo: ambiente, innovazione e capacità di fare sistema.
Umberto Quadrino di Edison ha invitato a riflettere sugli obiettivi richiesti dall’UE all’Italia, in virtù del nuovo pacchetto energia (il cosiddetto “20-20-20”) vale a dire una crescita al 17% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e un risparmio del 7% entro il 2020. Il perseguimento di tali obiettivi, per un costo di 6-7 miliardi di euro annui, non porterebbe alla riduzione della CO2 che rimarrebbe invariata rispetto ad oggi, considerato il trend della domanda attuale. Per tali motivi l’unica strada per ridurre le emissioni climalteranti a costi accettabili è quella del nucleare, essendo ancora allo studio efficaci sistemi di “carbon capture and storage”.
Dello stesso avviso Pasini di Federacciai che, preoccupato della sempre maggiore incidenza dei costi dell’elettricità per la siderurgia (balzati in un decennio al 40%, contro il 15% della manodopera) ravvisa la necessità di produrre energia elettrica in Italia e a basso costo.
A fronte di queste premesse Paride de Masi di Italgest ha sottolineato che comunque l’impiego di fonti energetiche rinnovabili non è in discussione né opzionale e ha annunciato, a margine del dibattito, l’accordo stretto tra la sua società e la spagnola Abengoa Solar per realizzare due impianti solari termodinamici: uno in Puglia l’altro in Sicilia, per una potenza unitaria di circa 50 MW elettrici.
Sulla scia della riflessione attorno l’utilizzo delle rinnovabili, Massimo Orlandi di Sorgenia ha sottolineato la necessità di semplificare il sistema delle autorizzazioni e, inoltre, di trasferire il raggiungimento di qualsiasi obiettivo nazionale sulle Regioni: esse, infatti, in virtù delle loro competenze in tema energetico devono vedersi prefissati degli obiettivi verso i quali impegnarsi.
Simone Mori dell’ENEL, pur sottolineando l’importanza dell’innovazione e delle rinnovabili, ha proposto un’alternativa per il problema delle emissioni inquinanti, che trascenda la dimensione nazionale e giochi sulla stessa internazionalizzazione degli operatori maggiori. Infatti, con una visione più globale si evidenzia che in Cina, allo stato attuale, le centrali termoelettriche sono costruite con tecnologie tanto obsolete da vanificare in un anno gli sforzi di riduzione di CO2 perseguibili in sette anni in Europa; esportando le nostre tecnologie attuali, invece, si potrebbero perseguire in quello stato riduzioni pari alle emissioni annue del Brasile.
A concludere la panoramica di opinioni, Massimo Serafini (Legambiente) ha evidenziato che la controtendenza italiana sugli obiettivi di Kyoto non dipende tanto dalle industrie energivore, né da eccessi nei consumi, così come la produzione di energia elettrica in Italia incide solo per il 16% sulle emissioni di CO2. A suo parere, quindi, va rivista la scala delle priorità in direzione di “trasporti-riscaldamento-raffrescamento”.
In Italia, infatti, è nodale il problema dei trasporti per l’alta percentuale dell’uso dei mezzi privati; sui temi energetici c’è invece necessità di adeguare il patrimonio edilizio, effettuando innanzitutto interventi mirati all’efficienza (più che al risparmio energetico), diffondendo la microcogenerazione e la trigenerazione. Del resto la costruzione di centrali nucleari anche a partire da quest’anno porterebbe beneficio sulle riduzioni di emissioni solo nel 2020.

La riflessione sul tema di questo primo Festival «Percorsi al futuro», ha divulgato l’energia non solo con dibattiti ma anche con incontri di approfondimento con gli esperti (da Zorzoli sul nucleare, a Moreno sull’idrogeno) per concludere con gli spettacoli: in teatro quelli di Biosphera e in piazza con la Kitonb Company e i suoi grandiosi meccanismi scenici, in un innovativo ed emozionante allestimento.
Appuntamento allora all’edizione 2009, con l’entrata a “regime” della manifestazione, cui la macchina organizzativa sta già lavorando, sempre con lo stesso principio che sta all’origine del Festival: di energia bisogna parlare, di più, in maniera chiara, a tutti.