Uno studio di FAO e OMS cerca di fare chiarezza sull’alimentazione del futuro e sugli alimenti a base cellulare. Un’analisi di esperti che evita posizioni preconcette e, pur riconoscendo la necessità di aumentare la produzione alimentare per sfamare una popolazione mondiale in crescita, mantiene alcune riserve
di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – La FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno pubblicato un documento in cui fanno il punto sulle innovazioni nel campo dell’alimentazione, ovvero gli alimenti “cell–based“, letteralmente a base cellulare.
Il primo rapporto globale sugli alimenti a base cellulare
Food safety aspects of cell-based food mette in chiaro fin dal titolo quella che sembra una precisazione lessicale mentre si tratta di una definizione basata su un’analisi di carattere scientifico. Quello di FAO e OMS è il primo rapporto globale sulla sicurezza alimentare degli alimenti a base cellulare, come la tanto discussa “carne sintetica”, ma il discorso è valido anche per latte e derivati o per il pesce. L’obiettivo del rapporto è fornire una base scientifica, utile sia a stabilire quadri normativi chiari sia a garantire la sicurezza delle cosiddette “proteine alternative”.
Lo studio di FAO e OMS, parte dalle terminologie in uso per poi esaminare il livello di comprensione della questione e i quadri regolatori esistenti. In particolare, appunta l’attenzione su tre casi paese – Israele, Qatar e Singapore – per valutare la situazione in essere in contesti tra loro molto diversi.
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Analisi senza pregiudizi
Per sgombrare il campo da posizioni di pregiudizio, FAO e OMS puntualizzano che «gli alimenti a base cellulare non sono alimenti futuristici: più di 100 tra aziende e start-up stanno già sviluppando alimenti a base cellulare pronti per la commercializzazione e in attesa di approvazione».
Il rapporto ritiene che queste innovazioni nel campo dell’alimentazione possano essere una risposta alle sfide alimentari legate a una popolazione mondiale che nel 2050 arriverà a sfiorare i 10 miliardi di persone.
Proprio perché la ricerca e la produzione di alimenti a base cellulare sono ormai in uno stato avanzato, il rapporto di FAO e OMS ritiene che si debbano valutare obiettivamente gli eventuali benefici ma anche gli eventuali rischi e quindi i problemi legati alla sicurezza e alla qualità di questi alimenti.
Consultazione di esperti
Food safety aspects of cell-based food è il risultato di una consultazione di 138 esperti, che hanno identificato quattro fasi critiche nella catena di produzione dal punto di vista della sicurezza alimentare: la selezione delle cellule, la crescita e la produzione, la raccolta, la trasformazione.
Rileva Coldiretti che tra i 53 rischi potenziali per la salute individuati da FAO e OMS ci sono «la trasmissione di malattie, le infezioni animali e la contaminazione microbica». Inoltre, è necessaria una «particolare attenzione all’uso di componenti come fattori della crescita e ormoni usati nei bioreattori e su come queste molecole attive possono interferire con il metabolismo o essere associate allo sviluppo di alcuni tipi di cancro». Ultimo rilevo, ma non meno importante, è che «gli ingredienti aggiunti per migliorare le caratteristiche del prodotto possono essere causa di reazioni allergiche».
Coldiretti ritiene degno della massima attenzione un altro rilievo sollevato da FAO e OMS: le sostanze usate per sviluppare gli alimenti a base cellulare «non sono state utilizzate finora nella produzione alimentare convenzionale e potrebbe essere dunque necessario generare dati a sostegno di una particolare valutazione della sicurezza».
Allo stato attuale si ignora, infatti, se la presenza di tali sostanze nel prodotto finale possa causare effetti negativi nel consumatore.
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Un enorme business
Resta il legittimo dubbio che i produttori, vista l’immensa dimensione del business in gioco in mano a pochi gruppi e grandi finanziatori, siano portati a tacere sui rischi potenziali degli alimenti a base cellulare.
Gli esperti non trascurano il fatto che anche le produzioni convenzionali non sono esenti da rischi. Tuttavia, vista la peculiarità degli alimenti in questione, si sono concentrati su attrezzature, materiali e ingredienti impiegati, sui potenziali allergeni.
Come dicevamo all’inizio, la FAO fa una distinzione dei termini usati. La FAO parla di alimenti a base cellulare, ma le industrie usano coltivato o ricavato da coltura: termini che hanno significati diversi e che potrebbero confondere i consumatori.
Per questo la FAO esorta gli enti normativi nazionali a utilizzare una terminologia chiara: gli errori di comunicazione sono sempre da evitare, ma in questo caso ancora di più.
Perché è importante una terminologia chiara
Una terminologia chiara e condivisa a livello globale è importantissima: si possono avere risultati scientifici evidenti su qualcosa di cui non è ancora chiara la denominazione? È ovvio che la mancanza di trasparenza aprirebbe la strada a inevitabili speculazioni condotte sulla salute delle persone.
Si segnala che già nel 2022 la FAO pose questioni generali sulla sicurezza degli alimenti nel documento Thinking about the future of food safety – A foresight report.
Fra i tanti temi trattati, uno spazio era riservato anche ai nuovi alimenti. In generale, la sicurezza alimentare era intesa non solo come disponibilità di cibo ma anche come disponibilità di cibo non potenzialmente dannoso.
FAO e OMS, in sostanza, ritengono che le informazioni sulla sicurezza alimentare degli alimenti a base cellulare siano ancora insufficienti per prendere decisioni definitive.
È giusto che la ricerca vada avanti purché apra nuove strade a un’alimentazione sana per l’uomo e per il Pianeta, non a un mercato con pochi scrupoli.
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