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Cos’è un prodotto sostenibile?

Tutte le operazioni e le azioni che compiamo all’interno di una giornata hanno un impatto ambientale: nasce dunque l’esigenza di giungere a definire azioni concrete che possono ridurre l’impatto negativo che deriva dai sistemi di produzione e dai modelli di consumo, favorendo la diffusione di prodotti sostenibili, e stimolando il sistema domanda/offerta del mercato di questi beni.
Si tratta di capire qual è l’effettiva domanda sul mercato di prodotti ‘sostenibili’, dando una definizione di prodotto detto tale. Nella realtà ci sono filoni di pensiero differenti, per i quali, secondo alcuni, sembra ci sia un forte interesse da parte dei consumatori verso i prodotti ‘eco’, a cui però sembra non corrisponda un effettivo impegno da parte del sistema produttivo e della distribuzione, almeno a livello italiano. Per altri la domanda di mercato di tali beni fa riferimento ad un pubblico di nicchia e la domanda di prodotti attenti all’ambiente è decisamente debole: dunque una bassa domanda da parte del consumatore, implica un non stimolo nei confronti del sistema di produzione di beni e servizi sostenibili.
Si tratta dunque di diffondere all’interno della società buone pratiche, che garantiscano uno sviluppo nel rispetto della sostenibilità ambientale.
Innanzitutto il vero problema sono la comunicazione e l’informazione verso il consumatore: è essenziale per la diffusione di tale sistema la capacità di indirizzare l’acquisto di un prodotto, bene o servizio piuttosto di un altro, per le proprie qualità, il materiale, il suo ciclo di vita, la sua dismissione dopo l’uso. Accrescere l’informazione verso l’utente può essere il primo passo verso lo sviluppo del mercato dei prodotti ‘sostenibili’, attraverso nuove forme e metodi, con l’obbiettivo di aumentare la sensibilità a questa tematica.
Ma che cos’è un prodotto sostenibile? Se un consumatore decide di acquistare un prodotto, verso cosa si deve rivolgere per ottenere un miglior rapporto qualità/prezzo ed una maggiore attenzione agli aspetti ambientali e di riduzioni delle emissioni?
In primo luogo si rende necessaria la conoscenza dell’etichetta o della scheda tecnica del prodotto, grazie alla quale emergono informazioni importanti, quali materiali contenuti, sistema di produzione, modalità di smaltimento dopo l’uso, dismissione, riciclo, riutilizzo, avvertimenti sugli effetti ambientali.
Partendo dal ciclo di vita del prodotto, la conoscenza riguardo ai materiali utilizzati, induce una forte attenzione al futuro ambientale: si tratta di materie prime rinnovabili, come piante, animali, terra, acqua, oppure derivanti da risorse non rinnovabili, e dunque in fase di esaurimento, come metalli, petrolio, etc.?
Se si tratta di un prodotto fatto di carta, vetro, plastica o gomma, sono stati utilizzati materiali derivanti da un riciclo o riutilizzo?
Sono presenti informazioni riguardo ad attività dell’azienda produttrice e distributrice che indicano un impegno ed una sensibilità verso un ambiente migliore e più pulito, con minori emissioni di anidride carbonica?
Si tratta di un materiale biodegradabile?
Riciclo? Imballaggio?
Quale bene, tra quelli presenti sul mercato, viene prodotto mediante un sistema che ha un minore impatto sull’ambiente?
Questo prodotto è pratico, di buona qualità, realizzato e destinato a durare nel tempo?
Queste domande derivano da uno studio il cui risultato afferma che il costo ambientale è maggiormente basso e con impatto inferiore sull’ambiente, se vengono scelti prodotti di qualità il cui uso è prolungato nel tempo, e la cui forma e sostanza è destinata a durare più a lungo. Infatti prodotti di qualità e costo maggiore, sia per quanto riguarda prodotti sia beni o servizi, si ammortizzano con la loro durata.
Alcuni obiettivi per rendere la sostenibilità una scelta di stile:
– divulgare presso il pubblico i concetti di uso sostenibile delle risorse attraverso la dimostrazione concreta della produzione di beni di uso e interesse collettivo;
– divulgare presso i fruitori dei servizi il concetto di uso sostenibile dei materiali, con oggetti utilizzabili in spazi pubblici o privati;
– contribuire alla diminuizione dell’impatto ambientale prodotto dalle attività legate alla gestione delle strutture e dei servizi offerti;
– evidenziare l’importanza di utilizzare materiali a basso-nullo impatto ambientale dimostrando la possibilità di realizzare oggetti di uso comune con tali materiali;
– dimostrare con esempi e pratiche concrete la possibilità di sviluppare modalità innovative e creative di fruizione dell’oggetto architettonico
– migliorare la fruibilità dei servizi attraverso soluzioni sostenibili, sperimentali e innovative e organizzare i servizi attraverso l’utilizzo di attrezzature di basso o nullo impatto ambientale;
– contribuire a diffondere la pratica del progetto sostenibile, responsabile e attento alle specificità dei luoghi e alla gestione del patrimonio culturale e delle risorse essenziali del territorio (aria, acqua, suolo, natura), sperimentando e sviluppando un approccio integrato al progetto
– attivare un processo indirizzato alla produzione di beni concreti, con il coinvolgimento e la partecipazione dei soggetti artigianali e la rivalutazione del “saper fare” locale.

Se la base da cui partire è la conoscenza del sistema di produzione e del ciclo di vita del bene, allora si può definire l’informazione da parte del produttore verso il consumatore, un’azione concreta per ridurre l’impatto negativo che deriva dai sistemi di produzione e dai modelli di consumo.
Le domande e gli obbiettivi sopra esposti sembrano ovvi ed evidenti, ma la consapevolezza verso un uso opportuno del prodotto e la sensibilità ambientale, sono i punti di un fondamentale passaggio, da un mercato in cui regna il profitto, ad un mercato ‘sostenibile’ in cui acquista valore il tema ‘ambiente’, termine troppo spesso utilizzato, ma poco concretamente conservato.

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