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Funghi per isolare ecologicamente

Da un esperimento universitario alla distribuzione mondiale, ecco il primo prodotto naturale per l’isolamento termico

Nasce come alternativa sostenibile agli isolanti in schiuma sintetica o in fibra di vetro Greensulate, un materiale edile ottenuto da fibre di funghi, bucce di riso e carta riciclata, in grado di resistere a cambiamenti di temperatura, ignifugo ed idrorepellente. Messo a punto da due giovani studenti statunitensi, Gavin McIntyre e Eben Bayer, ora prodotto è in fase di perfezionamento – presso la società newyorchese da loro stessi costituita – per completare i test di verifica e apportare le ultime migliorie. Nell’anno appena conclusosi il materiale ha passato la verifica della conformità agli standard internazionali dell’American Society for Testing and Materials (ASTM), certificazione di fondamentale importanza al fine di soddisfare i requisiti edili presenti in molti Stati. Il concetto base, già stato reso noto la scorsa estate, si ispira alla scuola di pensiero “from cradle to cradle”, ovvero alla progettazione di materiali e oggetti che tenga in considerazione anche il destino dell’oggetto una volta finito; i primi test effettuati avevano dimostrato come Greensulate avesse la stessa resistenza al fluire dell’aria di quella dimostrata dalla fibra di vetro ed una capacità di tollerare tranquillamente temperature fino ai 600 gradi Celsius. Le ecomattonelle non vengono prodotte quanto piuttosto ‘coltivate’: sono ottenute grazie ad una miscela di funghi (Pleurotus ostreatus), perlite e carta riciclata addizionata ad acqua ossigenata e lasciata al buio per una o due settimane in un contenitore quadrato affinché ne prenda la forma. Il micete riceve il nutrimento dagli zuccheri contenuti nella carta, sviluppando una rete di micorrize (radici), mentre la perlite crea piccole sacche d’aria isolante all’interno del pannello. Al termine del periodo di crescita è pronta per essere seccata in forno a 43,3° C per rimuovere le molecole d’acqua e bloccare la crescita del fungo. La sperimentazione è andata avanti sostituendo la perlite con le bucce del riso, scarti di grano saraceno, cotone e altri materiali ad alto contenuto di lignina, materiali dieci volte più economici ma determinanti un ugual risultato. Il prodotto inoltre non utilizza leganti artificiali o chimici e si presenta più forte rispetto a molte schiume sintetiche al punto da renderlo ideale per pannelli isolanti strutturali, con una resistenza termica di 0.52 m²K/W. Con il finanziamento ricevuto dal New York State Energy Research Development Authority e dalla Environmental Protection Agency, McIntyre e Bayer prevedono di rendere disponibile sul mercato Greensulate a fine 2010. “Questa è la sua bellezza” dice McIntyre. “Le bucce del riso sono rifiuti agricoli, venduti a circa cinque dollari la tonnellata. Le spore sono gratuite e la carta riciclata è facilmente disponibile”. “Inoltre il nostro prodotto non è legato a prezzi della benzina, perché non contiene petrolio”.

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