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Carbon farming, approvato emendamento al dl PNRR

Approvato un emendamento al dl PNRR per la valorizzazione delle pratiche di gestione agricole e forestali sostenibili. Agricoltura e carbon farming riconosciuti elementi fondamentali della lotta al cambiamento climatico

Image by Gerd Altmann from Pixabay

(Rinnovabili.it) – Il carbon farming (coltivazione di carbonio) è l’insieme di pratiche agricole per aumentare il sequestro di carbonio rispetto alle pratiche convenzionali. L’approvazione in Commissione Bilancio dell’emendamento al decreto legge PNRR per la valorizzazione delle pratiche di gestione agricole e forestali sostenibili è stato accolto con soddisfazione dal mondo agricolo.

L’emendamento è stato sostenuto dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Agricoltura protagonista della lotta al cambiamento climatico

Secondo il sen. De Carlo, presidente della Commissione Industria e Agricoltura del Senato, l’emendamento porterà le aree agricole e forestali a diventare finalmente protagoniste dell’equilibrio ambientale. Un nuovo ruolo che si traduce in un riconoscimento economico per gli agricoltori e le aziende forestali che ora «possono contare su un sistema di certificazione sicuro e di qualità».

È importante che l’Italia abbia regole condivise, anche in vista della definizione del percorso attuativo dell’iter legislativo europeo. Solo così sarà possibile sostenere le imprese agricole nella valorizzazione dei servizi ecosistemici, funzionali all’assorbimento di carbonio, alla gestione razionale dell’acqua e alla tutela delle biodiversità.

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Le pratiche di carbon farming

Quali pratiche agricole rientrano nel carbon farming? Le opzioni sono spesso complementari tra allevamenti e coltivazioni. In estrema sintesi, sono stati identificati cinque gruppi di azioni principali: creazione o espansione dei sistemi agroforestali, mantenimento del carbonio organico del suolo, gestione del bestiame e del letame, gestione dei nutrienti su terreni coltivati e pascoli, riumidificazione e ripristino delle torbiere.

Secondo uno studio del Parlamento Europeo del 2021, il potenziale di mitigazione del carbon farming dell’UE è pari al 3-12% delle sue emissioni di gas serra. La Commissione Europea prevede che l’agricoltura contribuirà a stoccare 42 milioni di tonnellate di CO2 all’anno entro il 2030: l’agricoltura avrebbe quindi un ruolo chiave nella realizzazione Fit for 55, che fa parte delle strategie europee per attuare le politiche di lotta al cambiamento climatico.

Agricoltura e foreste, un ruolo fondamentale

Agricoltura e foreste sono le uniche attività produttive in grado di sottrarre anidride carbonica dall’atmosfera e incorporarla stabilmente nei suoli e nei vegetali.

In questo modo si vanno a compensare le emissioni di CO2 residue anche di altri settori produttivi.

Le buone pratiche che contribuiscono al sequestro di carbonio all’interno del suolo comportano dei costi e spesso una riduzione delle rese, oltre ai costi indiretti come il tempo dedicato alla formazione, al monitoraggio e alla rendicontazione.

Pertanto, gli agricoltori hanno bisogno di sostegni adeguati.

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Il mercato dei crediti di carbonio

Il carbonio stoccato nei suoli acquista un valore commerciale sul mercato dei crediti di carbonio.

Visto il riconoscimento del loro ruolo per la salute dell’ambiente, agricoltori, silvicoltori e gestori del territorio ripongono grandi aspettative sullo sviluppo di un nuovo modello economico legato all’assorbimento di carbonio nei suoli.

Confagricoltura ritiene molto importante quanto previsto dall’emendamento sulle modalità di certificazione dei crediti di carbonio generati dalle attività di imboschimento, rimboschimento e gestione agricolo-forestale sostenibile.

Un registro per i crediti certificati

I crediti di carbonio certificati saranno inseriti nell’apposito Registro che sarà attivato su richiesta dei soggetti proprietari e dei gestori di superfici agroforestali.

Per Confagricoltura è importante che «nell’attuazione del provvedimento, vengano valorizzati sia i percorsi di mantenimento dei depositi di carbonio, sia il loro incremento, come pure l’ulteriore impegno nella riduzione delle emissioni.

Aspetti, questi, fondamentali per perseguire l’obiettivo di neutralità climatica al 2050 indicato dall’Unione Europea attraverso la mitigazione delle emissioni prodotte e l’assorbimento di quelle residue».