Rinnovabili • Rinnovabili - Inform - Act - Share Background

La mafia punta sugli impianti eolici

di Giuliano Foschini
La criminalità organizzata sta provando a mettere le mani sul grande business dell´eolico. Da Foggia a Lecce, infatti, le procura pugliesi (e in alcuni casi anche con l´interessamento delle Direzioni distrettuali antimafia) stanno indagando sulla compravendita di terreni e sugli iter autorizzativi che hanno portato nel giro delle pale a vento alcuni clan mafiosi. O persone dalla fedina penale non pulita. L´inchiesta madre è sicuramente quella di Lecce nata quasi per caso a marzo scorso e che invece sta avendo sviluppi interessanti. Indagando sul clan Bruno, il procuratore aggiunto Cataldo Motta e il pm antimafia Leone De Castris si sono resi conto che la cosca aveva diversificato gli affari: recentemente infatti aveva acquistato alcuni terreni nella zona di Torre Santa Susanna e già ottenuto le autorizzazioni (grazie a una procedura accelerata) per realizzarci un parco eolico. Inizialmente sembrava una questione marginale, e invece andando in fondo gli investigatori si sono resi conto che i Bruno avessero puntato tanto sull´eolico. E´ stato scoperto che molti altri terreni confinanti erano riconducibili al clan e che per ottenere le autorizzazioni avessero offerto sponde elettorali ad alcuni politici locali: da qui la decisioni di alcune settimane fa della procura antimafia di Lecce di aprire un fascicolo a parte, tutto incentrato sugli affari del vento. Se ne sta occupando il pm De Castris insieme con i carabinieri di Brindisi. Per il momento gli indagati sono gli uomini dei Bruno, ma l´obiettivo dell´inchiesta è verificare possibili appoggi esterni. Gli stessi che la guardia di Finanza di Foggia sta cercando a Deliceto, dove è previsto un importante insediamento eolico. Dietro l´investimento ci sono i fratelli Bonasissa, gli stessi arrestati qualche giorno fa nell´affare della discarica abusiva più grande di Europa. Ufficialmente però i Bonasissa non fanno più parte della partita. La società che faceva loro capo ha venduto tutto ai russi di Renova. Che ora stanno gestendo direttamente l´affare. Gli uomini del comandante Giacomo Ricchitelli vogliono però vederci chiaro in tutta questa storia, tant´è che da un paio di mesi stanno seguendo la vicenda. Così come hanno seguito l´altro parco eolico, quello di Ascoli Satriano. Che ha portato due giorni fa all´arresto del sindaco, Antonio Rolla. «Il primo cittadino – dicono i finanzieri nell´informativa inviata alla Procura – non sempre svolgeva le proprie funzioni di primo cittadino in maniera distaccata e imparziale. Il pubblico ufficiale infatti, abusando della sua carica politica, imponeva ad alcune società operanti nel territorio ascolano l´impresa locale che “doveva” effettuare, in sub-appalto, i lavori necessari per la realizzazione delle istituende strutture industriali». A corredo della tesi centinaia di pagine di intercettazioni telefoniche nelle quali si evince chiaramente come il sindaco Rolla seguisse direttamente tutte le fasi propedeutiche alla realizzazione dell´impianto: la scelta dei professionisti, delle imprese e degli operai «tutti – dice la Finanza – di fatto autorizzati dal Sindaco a prestare la loro opera in virtù della loro verosimile appartenenza politica». La Puglia produce oggi il 25 per cento dell´intera energia eolica italiana. E´ un boccone prelibato per i clan pugliesi e non solo: la Dda di Reggio Calabria temono che gli uomini dell´ ‘ndrangheta – che in casa hanno fatto razzia di terreni e autorizzazioni – possano voler allargare gli affari. A Castellaneta, invece, il partito democratico e l´ex sindaco-onorevole Rocco Loreto chiedono al comune e a tutte le istituzioni (magistratura compresa) lumi sul mega progetto eolico previsto tra Castellaneta e Laterza: la società che dovrebbe realizzare l´impianto è la campana Gec, riconducibile a quel Francesco La Marca che da anni fa affari con i rifiuti in Campania. E che nel 2004 è stato colpito da un´interdittiva dell´antimafia.