Un team di ricercatori del Norwegian Polar Institute di Tromsø, in Norvegia, hanno calcolato che nel giro di tre anni la percentuale di calotta spessa oltre 4 metri è calata dal 19 al 9,3% e non si è mai più ripresa
La perdita di spessore del ghiaccio artico ha avuto un punto di svolta 16 anni fa
(Rinnovabili.it) – Il 6 marzo la calotta polare artica ha raggiunto il suo massimo stagionale con 14,62 milioni di km2. È il 5° risultato peggiore da quando sono iniziate le rilevazioni via satellite 45 anni fa, manca all’appello più di 1 mln km2 rispetto alla media 1980-2010. È andata peggio solo tra 2015 e 2018, peraltro anni caratterizzati da El Niño come lo sarà con buona probabilità almeno il prossimo. Ma la perdita di estensione non è l’unico problema del ghiaccio artico: altrettanto preoccupante è il suo assottigliamento. E più che per variazioni annuali contenute, i cambiamenti nello spessore della calotta si verificano per salti.
Come è cambiato lo spessore del ghiaccio artico
Una nuova ricerca pubblicata su Nature ha identificato due momenti – nel 2005 e nel 2007 – in cui lo spessore del ghiaccio artico è diminuito molto rapidamente segnando un prima e un dopo. Prima del 2005 il Polo Nord riusciva a funzionare da refrigeratore per tutto il globo anche durante le estati più calde. Dopo il 2007 questa sua capacità è molto più debole, e il ghiaccio artico è più vulnerabile agli effetti della crisi climatica, che proprio sopra il 66° parallelo Nord viaggia almeno 4 volte più veloce che nel resto del Pianeta.
I ricercatori del Norwegian Polar Institute di Tromsø, in Norvegia, hanno calcolato che prima del 2007 il 19% del ghiaccio artico marino aveva uno spessore di almeno 4 metri, mentre oggi questa percentuale è scesa ad appena il 9,3%. Crollata anche l’età degli accumuli ghiacciati, di oltre un terzo: da una media di 4,3 a 2,7 anni.
“Nel 2007 il regime del ghiaccio marino artico è passato da una copertura più spessa e deformata a una più sottile e uniforme”, scrivono gli autori. “Dopo il cambiamento, la frazione di ghiaccio spesso e deformato si è dimezzata e non si è più ripresa”. Per arrivare a queste conclusioni, il team di scienziati si è concentrato non sui rilevamenti da satellite ma sulle osservazioni degli iceberg che lasciano l’Artico dallo stretto di Fram. Qui, tra Groenlandia e le isole Svalbard, transita il 90% del ghiaccio artico staccato dalla calotta polare.