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Riforma del mercato elettrico UE, cosa propone la Commissione

Pubblicata la proposta di modifica per le norme che regolano il mercato elettrico comunitario. Nuove misure per proteggere i consumatori vulnerabili insolventi, via libera ai contratti per differenza bidirezionali e alla condivisione energetica “con tutti”

riforma del Mercato elettrico ue
Foto di Nicole Köhler da Pixabay

L’esecutivo UE propone di riformare l’assetto del mercato dell’elettricità comunitario

(Rinnovabili.it) – Via libera alla riforma del mercato elettrico UE. O quanto meno alla proposta di modifica. La Commissione europea ha presentato in queste ore la bozza del provvedimento, una serie di interventi strutturali con cui proteggere a lungo termine il Blocco dagli effetti della crisi energetica. La riforma, a lungo invocata da Stati membri come Spagna e Francia, interviene su una serie di atti legislativi, primo fra tutti il Regolamento sul mercato elettrico 2019/943. E come ammette lo stesso Esecutivo Ue, malgrado le resistenze iniziali, si tratta di un’operazione obbligata. “La crisi ha messo in luce diverse carenze nel nostro assetto di mercato, in particolare l’esposizione dei consumatori e delle industrie ai picchi dei prezzi dell’energia“, spiega la Commissione. L’elevato grado di volatilità, correlato al ruolo ancora preminente della produzione fossile nella fissazione dei prezzi elettrici, ha infatti evidenziato in questi mesi una serie di nodi tecnici per il mercato comunitario.

Riforma del mercato elettrico europeo, uno sguardo d’insieme

Per affrontare queste carenze la proposta di riforma del mercato elettrico introduce una serie di novità normative, incluse misure volte a rendere le bollette meno dipendenti dalle fossili, creando una sorta di cuscinetto tra i mercati a breve termine e fatture finali. Come? Ad esempio, incentivando i contratti a più lungo termine, stabilizzando i prezzi dell’elettricità, limitando le entrate extra per i produttori di energia. E promuovendo la condivisione energetica con “tutti”.

Il provvedimento comprende anche misure volte ad accelerare la diffusione delle rinnovabili e l’abbandono graduale del gas, migliorando le condizioni per l’uso di soluzioni di flessibilità e accelerando l’avvio di progetti rinnovabili offshore multinazionali nei diversi bacini marittimi europei.

Nuove forme di tutela per i consumatori 

CITTADINI – La riforma mira ad offrire ai consumatori un’ampia scelta di contratti e informazioni più chiare prima di firmare i contratti. Ma soprattutto garantisce a tutti i cittadini il diritto di scegliere contratti a lungo termine a prezzo fisso per ridurre l’esposizioni ai rincari mensili. Allo stesso tempo, gli europei potranno ancora scegliere di stipulare contratti a tariffazione dinamica per sfruttare la variabilità dei prezzi utilizzando l’elettricità quando è più conveniente (ad esempio per ricaricare auto elettriche o accendere pompe di calore). Attenzione aumentata per le fasce più vulnerabili. In caso di necessità, gli stati membri potranno estendere i prezzi al dettaglio regolati a famiglie e PMI.

CONDIVISIONE ENERGETICA – La bozza di riforma del mercato elettrico comunitario prevede nuove facilitazioni per i prosumer e l’energy sharing. Nel dettaglio i consumatori potranno investire in impianti fotovoltaici ed eolici e vendere o regalare ai vicini l’elettricità in eccesso. Ma anche di affittare o divenire comproprietari di strutture esterne e di condividere l’energia all’interno delle proprie comunità.

FORNITORI – La proposta cerca di ridurre il rischio di fallimento dei fornitori. Quest’ultimi saranno tenuti a gestire i rischi quantomeno entro i volumi dei contratti a prezzo fisso, così da essere meno esposti ai picchi del mercato. La bozza impone anche agli Stati membri di designare fornitori di ultima istanza in modo che nessun consumatore resti senza energia elettrica.

Misure per stimolare la competitività e la transizione

PRODUTTORI – Chi produce energia continuerà ad essere attivo sul mercato a breve termine, ma i ricavi anziché essere legati alla volatilità dei prezzi saranno modellati da contratti a lungo termine, come i PPA (power purchase agreements) e i cosiddetti contratti per differenza a due vie (CfD), a seconda che l’impianto sia stato finanziato privatamente o pubblicamente. Gli Stati membri dovranno destinare i ricavi in eccesso determinati dai CfD ai consumatori. Inoltre la riforma accrescerà la liquidità dei mercati per i contratti a lungo termine che “bloccano” i prezzi futuri, detti anche “contratti forward“. 

FLESSIBILITA’ – La proposta impone agli Stati membri di valutare l’esigenza di flessibilità del proprio sistema energetico, stabilendo obiettivi per soddisfarla. I governi potranno anche progettare o riprogettare meccanismi di capacità al fine di promuovere soluzioni di flessibilità o introdurre nuovi regimi di sostegno specifici.