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Il petrolio “rinnovabile” si ottiene dai batteri

Una manciata di microrganismi geneticamente modificati e scarti cellulosici ed ecco fatto un nuovo carburante sostenibile. E’ questa la risposta della Silicon Valley al caro petrolio

*LE TECNONEWS DELLA SETTIMANA* – L’utilizzo delle specie microbiche nella produzione di combustibile verde non è una novità, ma l’esperimento condotto da Greg Pal è davvero unico nel suo genere. Attraverso la LS9 società della Silicon Valley, di cui è Senior Director, Mr. Pal è riuscito a creare un prodotto assolutamente intercambiabile con il petrolio, denominato “Oil 2.0”, ottenuto a partire da biomasse cellulosiche e batteri geneticamente modificati. In realtà a fare da apripista è stata la statunitense Sapphire Energy che soltanto lo scorso 28 maggio aveva annunciato la creazione una benzina chimicamente identica a quella a 91 ottani in commercio, ma ottenuta a partire dalle alghe e quindi neutra dal punto di vista dell’anidride carbonica. Comune denominatore delle ricerche è la California, terra fertile per la sperimentazione e sede della LS9 che con il suo carburante è già riuscita a convincere un veterano dell’industria petrolifera come Robert Walsh dopo 26 anni alla Royal Dutch Shell. Il processo parte dai lieviti industriali o ceppi non patogeni di Escherichia Coli (una delle specie principali di batteri che vivono nell’intestino di animali a sangue caldo e necessari per la corretta digestione del cibo) sottoposti ad un processo di modifica del DNA affinché convertano efficacemente gli acidi grassi (prodotto della fermentazione microbica) in idrocarburi. Il substrato per la loro crescita in questo caso è fornito dagli zuccheri contenuti negli scarti cellulosici, come la paglia o le potature forestali. Il successivo processo fermentativo è molto simile a quello compiuto dai normali batteri per la produzione di etanolo, ma il prodotto ottenuto non necessita di distillazione, e del quantitativo energetico ad essa associato, essendo praticamente pronto per il distributore. “Solo cinque anni fa, che il meccanismo avrebbe richiesto mesi e un investimento di centinaia di migliaia di dollari”, spiega Greg Pal “Ora richiedere alcune settimane e un costo intorno ai 20.000 dollari”. Il prototipo della LS9 è giunto a produrre 1000 litri di “Oil 2.0” da un macchinario per la fermentazione in grado di funzionare perfettamente con i motori odierni. Ora la società intende perfezionare i propri batteri geneticamente modificati per produrre etanolo e approfondire la ricerca in modo da risolvere alcuni quesiti come la possibilità di creare grandi impianti per ottenere gli stessi risultati su tutto il territorio. “I nostri progetti puntano ad avere un prototipo su larga scala operativo entro il 2010 in modo da essere già pronti per una commercializzazione degli impianti su scala minore e per uso commerciale, entro il 2011”.

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