Realizzato dalla Cornell University uno strumento basato sulla fisica per stimare i costi e i benefici della co-localizzazione dei pannelli solari e dell'agricoltura commerciale dal punto di vista dell'aumento dell'efficienza di conversione dell'energia e della longevità dei moduli fv
I pannelli solari agrivoltaici montati sulla vegetazione registrano cali di temperatura superficiale rispetto a quelli su suolo spoglio
(Rinnovabili.it) – I pannelli solari agrivoltaci non sono solo l’ultimo trend nato nel settore fotovoltaico. Possono realmente aiutare a risolvere la crisi energetica e quella alimentare, migliorando nello stesso tempo sia l’uso dei terreni agricoli che le prestazioni dei moduli. A confermarlo è una nuova ricerca realizzata alla Cornell University, negli Stati Uniti e pubblicata a febbraio sulla rivista scientifica Applied Energy (testo in inglese).
Un gruppo di ingegneri dell’ateneo ha voluto indagare il potenziale dell’agrivoltaico nell’influenzare positivamente il microclima degli impianti. Usando un nuovo modello computazionale basato sulla fluidodinamica e dati sulla temperatura dei pannelli solari agrivoltaici, il team ha valutato l’altezza del modulo, la riflettanza del suolo e i tassi di evapotraspirazione. “Ora disponiamo, per la prima volta, di uno strumento basato sulla fisica per stimare i costi e i benefici della co-localizzazione dei moduli solari e dell’agricoltura commerciale dal punto di vista dell’aumento dell’efficienza di conversione dell’energia e della longevità delle celle”, ha affermato Henry Williams, autore principale della pubblicazione e ricercatore alla Cornell Engineering.
Gli ingegneri hanno dimostrato che i pannelli solari agrivoltaici montati sulla vegetazione registrano cali di temperatura superficiale rispetto a quelli costruiti su terreno spoglio. Nel dettaglio i moduli installati 4 metri sopra un raccolto di soia hanno mostrato riduzioni di temperatura fino a 10 gradi Celsius. Lo studio mostra come l’effetto di raffreddamento dovuto all’aumento dell’evapotraspirazione e dell’albedo superficiale della vegetazione e del suolo sia più significativo di quello indotto dalla maggiore altezza del pannello.
“Diminuendo la temperatura operativa del pannello solare, è possibile aumentare l’efficienza e migliorare la longevità dei moduli solari”, ha affermato Williams. “Stiamo mostrando doppi vantaggi. Da un lato, abbiamo la produzione alimentare per gli agricoltori e, dall’altro, […] una migliore efficienza di conversione per gli sviluppatori solari”.