I suoli sono il secondo maggiore deposito di carbonio della Terra e per questo svolgono un ruolo molto importante nel cambiamento climatico globale. Inoltre, migliorare la salute dei suoli è un fondamentale anche per arrestare il degrado dei territori e di conseguenza contrastare la fame: i suoli curati sono più fertili e quindi producono di più
(Rinnovabili.it) – Dopo gli oceani, i suoli sono il secondo maggiore deposito di carbonio della Terra. I suoli svolgono un ruolo molto importante nel cambiamento climatico globale poiché nella loro materia organica è immagazzinata una grande quantità di carbonio.
Le praterie sono delle vaste aree coperte di erba, usate principalmente per il pascolo degli animali. Una migliore gestione delle praterie può aumentare la capacità dei suoli di assorbire il carbonio; appare quindi evidente come questo sia in relazione con le azioni mirate alla mitigazione del cambiamento climatico.
Inoltre, migliorare la salute dei suoli è un passo cruciale anche per arrestare il degrado dei territori e di conseguenza contrastare la fame: i suoli curati sono più fertili e quindi producono di più.
Uno studio finanziato dalla Livestock Environmental Assessment and Performance Partnership della FAO, Global assessment of soil carbon in grasslands, analizza lo stato dei suoli nelle praterie e valuta lo stato attuale dei pascoli e la loro capacità potenziale di sequestrare il carbonio nei suoli Lo studio aiuta a comprendere in che modo le praterie agiscono sulla sicurezza alimentare, sulla conservazione della biodiversità e sulla mitigazione del clima.
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Azioni umane e cambiamento climatico stressano i suoli
Secondo Global assessment of soil carbon in grasslands la maggior parte delle praterie del mondo ha un bilancio di carbonio positivo: una buona notizia, perché significa che il suolo è ben mantenuto.
Invece in Asia orientale, America centrale e meridionale e Africa a sud dell’equatore il bilancio del carbonio è negativo, e non si intravedono possibili miglioramenti dove lo stress dei suoli è frutto delle azioni umane e del cambiamento climatico. Tuttavia, si potrebbe invertire questa condizione stimolando la crescita delle piante.
In Africa orientale, ad esempio, si è notato che piantare alberi di calliandra dove pascolano le mucche ha migliorato la conservazione del suolo.
Lo studio della FAO evidenzia un ulteriore problema, ovvero gli agricoltori non hanno incentivi per migliorare le pratiche di gestione dei suoli. Inoltre, è difficile riuscire a misurare gli stock di carbonio organico del suolo (SOC), motivo per cui non sono inseriti nei piani climatici nazionali al centro dell’Accordo di Parigi sul clima.
Va sottolineato anche che la stima dello stock globale di carbonio nel suolo è ancora incerta. È necessario disporre di metodi geostatistici aggiornati e di dati più accurati sulle proprietà dei suoli, degli animali e della vegetazione.