Rinnovabili • Carbone: la Cina deve fissare il phase out al 2045

Dubbi sulle emissioni di CO2 della Cina: i conti 2022 non tornano

Il dato sul consumo di carbone non quadra. Un’analisi di Carbon Brief calcola che invece di salire dell’1,3%, come vogliono i dati ufficiali, le emissioni potrebbero essere diminuite dell’1%

Carbone: la Cina deve fissare il phase out al 2045
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Le ondate di calore e la siccità hanno aumentato le emissioni di CO2 dell’1,4%

(Rinnovabili.it) – Quanto carbone ha consumato davvero la Cina l’anno scorso? Secondo i dati ufficiali, il 3,3% più del 2021. E su questo numero, Pechino afferma che le sue emissioni di CO2 nel 2022 sono cresciute dell’1,3%. Ma qualcosa non torna: il bilancio reale potrebbe essere di segno opposto, con un tondo -1%. L’attività nei principali settori che consumano carbone, infatti, ha oscillato tra una crescita da zero virgola dell’energia elettrica da carbone (+0,7%) e il calo della produzione di acciaio (-2%) e cemento (-11%).

I conti sulle emissioni di CO2 cinesi

Lo sottolinea un’analisi di Carbon Brief curata da Lauri Myllyvirta del CREA. A conti fatti, sostiene l’analista, la curva del consumo di carbone nel 2022 è probabilmente piatta. A questo si deve poi aggiungere le contrazioni in altri settori: la caduta della domanda di petrolio (-0,4%) e gas (-1,7%) e la già citata flessione importante della produzione cementizia.

“La portata dell’incertezza sulla vera natura della domanda di carbone in Cina significa che è difficile stabilire se ci sia stato un aumento o una diminuzione complessiva delle emissioni di CO2 del Paese nel 2022. Questa differenza potrebbe avere implicazioni globali per l’azione sul cambiamento climatico, scrive Myllyvirta.

Un rimbalzo del carbone, però, si è effettivamente verificato nella seconda parte dell’anno. I lockdown a tappeto hanno congelato anche nel 2022 ampi settori dell’economia e sono stati eliminati solo dopo il Congresso del partito comunista, a ottobre, che ha consegnato a Xi Jinping il 3° mandato consecutivo da segretario. Ma gli estremi climatici dell’estate hanno avuto un impatto considerevole.

Tra ondate di calore e siccità, che hanno diminuito la resa idroelettrica e fatto salire alle stelle la domanda di elettricità per i condizionatori, la generazione elettrica da fossili nel secondo semestre è aumentata del 6% (del 15% nel solo mese di agosto). Senza questi eventi, la generazione da carbone sarebbe scesa di 2 punti percentuali rispetto al 2021, mentre le emissioni di CO2 della Cina sarebbero state l’1,4% in meno.

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