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I futuri plausibili dell’economia circolare si costruiscono nelle Università

ExPliCit è un progetto che finanzia lo sviluppo di nuovi modelli di produzione e consumo, orientati all’economia circolare, a partire da riflessioni multidisciplinari nelle università Parthenope di Napoli, Università di Sheffield, di Catania, di Siviglia e Vigo.

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Foto di Erlend Ekseth su Unsplash

(Rinnovabili.it) – Riflettere di economia circolare nelle università europee può essere il punto di partenza per lo sviluppo di nuovi modelli di produzione e consumo, più sostenibili e in linea con le esigenze del pianeta: questo lo scopo di ExPliCit, il progetto UE che include anche due atenei nazionali.

Exploring Plausible Circular futures – Esplorare i futuri circolari plausibili, è l’obiettivo finale di questo intervento volto a supportare la costruzione dell’economia circolare a partire dalla riflessione accademica. Capofila l’ateneo napoletano Parthenope e l’Università di Sheffield, ma a partecipare alla riflessione anche il dipartimento di Ingegneria civile e Architettura (DICAr) dell’Università di Catania e le università spagnole di Siviglia e Vigo.

Le attività del progetto sono iniziate questo gennaio, con il primo incontro ospitato a Napoli all’Università Parthenope. 

Un progetto per pensare il futuro dell’economia circolare a partire dalle università

Tutti sono ormai convinti che occorre interrompere la dipendenza da un’economia lineare a guardare invece alla costruzione di un’economia circolare che adegui la sostenibilità delle nostre società alle esigenze e ai limiti del pianeta, cioè che invece è meno chiaro come dovrà avvenire il passaggio: questo il presupposto e la sostanza delle motivazioni portate dalle università capofila a sostegno della presentazione del progetto. Gran parte della riflessione sull’economia circolare, spiegano le premesse, presenta la transizione all’economia circolare “come un processo semplice, neutrale e apolitico, implicitamente caratterizzato da una posizione tecno-ottimista ed eco-modernista”. L’intento del progetto è invece quello di ragionare su come costruire, materialmente, il mondo che verrà regolato dall’economia circolare, “aprire un dibattito per decostruire il discorso sempre più egemonico di economia circolare basato su un approccio tecnocratico e ricostruirlo incorporando dimensioni normative e politiche, guardando a una pluralità di plausibili futuri”. 

I diversi dipartimenti delle università partner del progetto saranno impegnati a pensare a quale dovrà essere l’organizzazione delle reti di produzione e distribuzione, ragionando in ottica di economia circolare insieme agli stakeholder dei diversi settori. La riflessione coinvolgerà diversi ambiti disciplinari perché diversi sono gli anelli delle supply chain di cui è necessario immaginare le future configurazioni, ma ExPliCit non resterà chiuso nelle aule delle università: un’ampia cordata di partner non accademici garantisce al progetto la capacità di trasmettere le conoscenze necessarie e quanto elaborato sull’economia circolare anche fuori.

Non solo attività di ricerca, dunque, ma anche iniziative di scambio tra di buone pratiche, di trasferimenti di conoscenze tecnologiche tra università e industria, anche grazie al coinvolgimento nel progetto di diverse organizzazioni di produttori e consumatori impegnati nell’economia circolare; tra queste: la Academy of Business in Society (Belgio), la Federación Andaluza de Electrodomésticos y Otros Equipamientos del Hogar (Spagna), la Revertia Reusing and Recycling SL (Spagna), la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e delle piccole imprese della Campania e FederConsumatori Catania.