L'utilizzo dei generatori a flusso di marea nel pool di impianti rinnovabili permetterebbe di aumentare l'efficienza di bilanciamento della rete riducendo lo spazio necessario alla nuova potenza verde
Studiati gli impatti dell’energia dalle maree sulla sicurezza del sistema energetico
(Rinnovabili.it) – Integrare la produzione di energia dalle maree nei piani di sviluppo offshore potrebbe migliorare significativamente la sicurezza energetica, con benefici per la rete, l’ambiente e l’economia. Lo sostiene un nuovo studio dell’Università britannica di Plymouth che ha valutato l’impatto dei generatori a flusso di maree (TSG) sul sistema energetico dell’Isola di Wight.
La contea si è data un obiettivo importante ai fini della transizione ecologica: generare dalle fonti rinnovabili tutta l’energia di cui ha bisogno, puntando ad un completo autoconsumo per il 2040. Il target potrebbe apparire a portata di mano visti gli appena 140mila abitanti dell’isola. Tuttavia ancora oggi la principale fonte elettrica del territorio è una centrale a gas e, ad esclusione di circa 80 MW fotovoltaici, la Contea non possiede altri impianti rinnovabili, né spazi illimitati dove realizzarli. Di contro è circondata dal mare.
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Ecco perché il ricercatore Danny Coles e i colleghi della Plymouth hanno voluto indagare le potenzialità del moto marino. Il lavoro ha portato alla realizzazione di un nuovo modello di sistema energetico per le comunità remote (EnerSyM-RC) in grado di quantificare gli impatti dei TSG accanto a pannelli solari, turbine offshore e batterie. Il modello tiene conto della necessità di bilanciare domanda e offerta, del costo dell’energia dell’intero sistema e della copertura territoriale degli impianti.
Il team ha così scoperto che l’installazione di 120 MW di generatori a flusso di maree per l’isola, accanto a 300 MW di nuova potenza verde (fv+eolico offshore), potrebbe migliorare del 25% il bilanciamento tra domanda e offerta rispetto ad uno scenario senza energia dalle maree. Inoltre potrebbe ridurre eventuali carenze e/o sprechi, migliorando l’utilizzo dello spazio totale del 33%.
“L’energia delle maree – spiega il dottor Coles – fornisce una fonte prevedibile e affidabile di elettricità rinnovabile che, se sfruttata, può integrare la variabilità del vento e del sole. A differenza di questi ultimi, le maree sono presenti ogni giorno dell’anno. I nostri risultati mostrano che l’adozione di una combinazione di tutte e tre le fonti può ridurre la dipendenza dall’energia importata e la volatilità dei prezzi”. La ricerca è stata pubblicata su Applied Energy (testo in inglese).
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