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3 soluzioni per promuovere abitazioni resilienti ai cambiamenti climatici

Dall'Ad di Habitat for Humanity, 3 suggerimenti per incentivare la costruzione di abitazioni resilienti ai rischi climatici, anche nei paesi meno ricchi

Abitazioni resilienti
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Secondo la Banca Mondiale il 75% delle infrastrutture necessarie entro il 2050 non è ancora stata realizzata

(Rinnovabili.it) – Tra pochi giorni prenderà il via la conferenza annuale del Word Economic Forum a Devos in Svizzera. Al centro del dibattito il problema della crisi climatica mondiale, identificato anche quale sfida più importante da affrontare in questo decennio secondo i 1.200 analisti ed esperti intervistati pin occasione del Global Risk Report 2023. Un problema con risvolti drammatici in moltissimi settori tra i quali anche quello degli edifici. Dato che il 75% delle infrastrutture necessarie entro il 2050 non è ancora stato realizzato, è chiaro che imparare a costruire Abitazioni resilienti ai cambiamenti climatici diventa una priorità se vogliamo assicurarci un futuro.

E’ Jonathan Reckford, Amministratore delegato di Habitat for Humanity a proporre 3 soluzioni fattibili per aumentare l’offerta abitativa globale, ma con case efficienti dal punto di vista energetico e resistenti alle imprevedibili condizioni meteorologiche.

Sostenere i 4 principi dell’economia circolare per ridurre le emissioni degli edifici

Carenza di alloggi a prezzi accessibili e crisi generata dal cambiamento climatico sono indissolubilmente legati. E il tema colpisce prima di tutto i Paesi più poveri, i più soggetti agli eventi catastrofici che accompagnano il climate change. Secondo la Banca Mondiale in ben 64 economie emergenti la carenza di alloggi colpisce oltre 1,26 miliardi di persone, per una penoria di unità abitative che supera i 268 milioni di unità. Ecco perchè, secondo Reckford devono essere affrontati simultaneamente. La risposta potrebbe essere nell’applicare i principi dell’economia circolare all’edilizia: usa meno, usa più a lungo, ricicla, usa di nuovo.

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Costruire abitazioni resilienti con soluzioni su misura in base ai contesti specifici in cui si si trova e servendosi di materiali e manodopera locale. Un esempio concreto è il progetto in corso nelle Filippine ed in Nepal si Habitat for Humanity. Combinando intonaco e bambù si è ottenuto un particolare materiale estremamente resistente anche a livello sismico, ma allo stesso tempo incredibilmente ecologico. Anche la tecnologia della stampa 3D di edifici si sta facendo strada in questo contesto, offrendo allo stesso tempo una soluzione economica, ecologica e rapida per costruire una casa efficiente e resistente. Perchè i progetti siano realizzabili è però essenziale il coinvolgimento di parternariati pubblico-privati affinchè l’innovazione si accompagni alla fattibilità economica.

Addestrate le comunità locali a prevenire i problemi

Sempre secondo la Banca mondiale è 4 volte più conveniente investire nella resilienza piuttosto che nella ricostruzione. Entro il 2050 la popolazione urbana nelle regioni meno sviluppate aumenterà di 2 miliardi. Gli insediamenti informali rappresentano un ostacolo ed un pericolo, non essendo in grado di resistere ai disastri provocati dal cambiamento climatico. Saper pianificare in anticipo strategie di gestione degli eventi calamitosi, evitare di costruire in aree soggette ad inondazioni, ma anche essere pronti con rifugi di primo soccorso, può rappresentare una soluzione. L’essenziale è però che la prevenzione e la gestione dell’emergenza possa essere gestita dalle comunità locali stesse, preparate e pronte ad ogni evenienza.

Reindirizzare i finanziamenti verso le economie meno sviluppate

I 46 paesi meno sviluppati del mondo rappresentano solo circa l’1,1% delle emissioni mondiali totali di carbonio nonostante siano la patria di 1,1 miliardi di persone. Sebbene questi paesi siano stati colpiti da meno di un quinto dei disastri legati al clima, hanno subito il 69% dei decessi in tutto il mondo attribuibili a tali eventi. Per l’AD di Habitat for Humanity il capitolo dei Loss & demage, fonte di discussione alla COP27, dovrebbe inglobare anche i problemi della carenza di alloggi resilienti. Un corretto sistema di finanziamento indirizzato verso coloro che maggiormente sono soggetti ai rischi del cambiamento climatico, permetterebbe di investire nella prevenzione e nella costruzione di soluzioni per abitazioni resilienti. Portando con se un guadagno in termini economici, ambientali e soprattutto di vite umane.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.