Uno studio dell'Università dell'Illinois Urbana-Champaign ha suggerito la costruzione di strutture per la raccolta di acqua dolce non sfruttata dal vapore acqueo
(Rinnovabili.it) – Si potrebbe effettuare una raccolta di acqua dolce a partire dalle enormi quantità di vapore acqueo sospeso sugli oceani: questo il suggerimento visionario di un gruppo di scienziati del Prairie Research Institute Praveen Kumar dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign, che ha suggerito l’esistenza di una riserva quasi illimitata e del tutto non sfruttata proprio sotto i nostri occhi.
Lo studio, sostenuto dal dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign e dalla National Science Foundation e pubblicato su Nature Scientific Reports, auspica che i decisori politici scelgano di investire in nuove infrastrutture per raccogliere questo vapore acqueo così da sfruttarlo come riserva di acqua dolce in diverse aree del mondo.
Acqua dolce quasi illimitata dalla raccolta del vapore acqueo oceanico
L’idea di raccolta di acqua dolce non sfruttata proveniente da fonti alternative a quelle tradizionali non è inedita, esistono già tecniche come quella del riciclaggio di acque reflue, di semina in nuvola o di desalinizzazione che hanno tuttavia un’efficacia limitata.
La ricerca, guidata dal professore di ingegneria civile e ambientale e direttore esecutivo del Prairie Research Institute Praveen Kumar, ha suggerito 14 aree del mondo soggette a stress idrico e verificato l’applicabilità di strutture per la cattura del vapore acqueo per condensarlo in acqua dolce, con l’auspicio che questa possa essere una soluzione agli impatti dei cambiamenti climatici: “Alla fine, dovremo trovare un modo per aumentare l’approvvigionamento di acqua dolce il riciclo da fonti esistenti, anche se essenziale, non sarà sufficiente per soddisfare le esigenze umane. Pensiamo che il nostro nuovo metodo proposto possa farlo su larga scala”, ha detto Kumar.
Lo studio propone l’investimento in strutture offshore alte 100 metri e larghe 210, in grado di catturare l’umidità dalle superfici oceaniche. La resa idrica ipotizzata da questo metodo di raccolta di acqua dolce potrebbe dissetare grandi centri popolati dei subtropici. “Le attuali regioni che soffrono di scarsità d’acqua saranno probabilmente ancora più aride in futuro, aggravando il problema”, ha spiegato la professoressa di scienze atmosferiche Francina Dominguez, “E purtroppo, le persone continuano a muoversi in aree con quantità di acqua limitata, come il sud-ovest degli Stati Uniti”. Le proiezioni future confermano per l’efficacia della tecnologia proposta: “Le proiezioni climatiche mostrano che il flusso di vapore oceanico aumenterà nel tempo, fornendo ancora più acqua dolce”, ha detto la ricercatrice Afeefa Rahman “Quindi, l’idea che stiamo proponendo sarà realizzabile anche con il cambiamento climatico”.
Perché nessuno ci ha pensato prima?
Ciò che più convince di questo metodo di raccolta di acqua dolce è che imita perfettamente i ritmi e il ciclo della natura, con l’unica differenza che il vapore acqueo raccolto sull’oceano non è lasciato libero ma guidato nel proprio percorso: “Quando Praveen mi ha avvicinato con questa idea, entrambi ci siamo chiesti perché nessuno ci avesse pensato prima perché sembrava una soluzione così ovvia. Ma non è stato fatto prima, e penso che sia perché i ricercatori sono così concentrati su soluzioni terrestri – ma il nostro studio mostra che altre opzioni, in realtà, esistono.”
L’auspicio del team che propone lo studio è che questo apra la strada a massicci investimenti infrastrutturali per realizzare strutture ad hoc.