Un gruppo di ricercatori dell’Università di Utrecht ha messo a punto un sistema per misurare l’impatto ambientale della dieta individuale. Con un metodo facile e accessibile a tutti, i consumatori possono quantificare l’impatto della loro dieta sulla salute del Pianeta ed essere consapevoli della correlazione tra consumo di carne, inquinamento ambientale e cambiamento climatico
Dieta individuale e impatto sul consumo di suolo
(Rinnovabili.it) – Molti studi hanno quantificato l’impatto ambientale complessivo delle diete su larga scala, in termini di emissioni di gas serra, perdita di biodiversità, salute del terreno o consumi idrici. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Utrecht (Olanda) ha messo a punto un sistema per misurare l’impatto della dieta individuale sul consumo di suolo. In questo modo ogni consumatore è in grado di conoscere quanto pesa la propria dieta sulla superficie del Pianeta.
L’agricoltura è ritenuta una delle principali cause del cambiamento dell’uso del suolo indotto dall’uomo. Circa il 37% della superficie terrestre è utilizzata per la produzione agroalimentare con un grande impatto sulla salute del suolo, dell’acqua, della biodiversità.
Il variare di queste condizioni comporta un cambiamento climatico i cui effetti sono ormai evidenti a livello globale.
Produzione e consumo di cibo sono ovviamente connessi alle dimensioni della popolazione. Poiché nel 2050 potrebbe raggiungere i 10 miliardi, è evidente come si debba intervenire sui sistemi di produzione e di consumo, sullo spreco e sulla dieta individuale. Quest’ultimo punto rende necessaria una completa consapevolezza dei consumatori, che però devono possedere strumenti che superano la semplice informazione contenuta in etichetta.
Quello che manca, in effetti, è un metodo facile e accessibile a tutti i consumatori per quantificare l’impatto della loro dieta sull’uso del suolo.
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L’indice HALF
L’indice HALF (Human Appropriation of Land for Food) esprime la quantità di terreno necessaria a un determinato tipo di dieta nazionale come percentuale della superficie terrestre mondiale. Tuttavia, le diete degli individui potrebbero differire notevolmente dalla media nazionale, quindi l’indice HALF non è adatto per misurare l’impatto sul consumo di suolo del singolo consumatore.
L’obiettivo dello studio A question-based method to calculate the human appropriation of land for food (HALF) index di Marije Hoff e Hugo Jan de Boer è sviluppare e testare un nuovo metodo di autovalutazione con cui il consumatore medio può calcolare il suo indice HALF personalizzato.
Domande a riposta multipla per quattro tipi di dieta
Lo studio si basa su dieci domande a scelta multipla che hanno per oggetto il tipo e la quantità di prodotti animali consumati oltre agli alimenti di base e alla quantità complessiva di consumo. Ha calcolato l’impatto di quattro diversi tipi di dieta: a base di carne, flexitariana, vegetariana e vegana, e per ogni prodotto di origine animale è stata calcolata la quantità di mangime necessaria per produrre una unità del prodotto.
Rapportare l’indice HALF su base individuale può contribuire a gettare le basi di un cambiamento diffuso che porti a diminuire la quantità di prodotti di origine animale nella dieta.
Molti consumatori sono ancora poco consapevoli della correlazione tra consumo di carne, inquinamento ambientale e cambiamento climatico e quindi dell’impatto delle loro scelte alimentari.
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