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Schizofrenia tra studi scientifici e scelte politiche

Ghiacciai che si sciolgono ad un ritmo doppio rispetto al secolo scorso, dichiara l'UNEP (ONU) e Realacci protesta perché i governi, il nostro compreso, prendono decisioni ed emettono legislazioni che sembrano non tenere conto degli studi degli scienziati

Il Ministro dell’Ambiente del Governo Ombra del Pd, commenta l’allarme lanciato nel corso della conferenza dell’Ipcc a Ginevra sull’ulteriore accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai del pianeta.
“I dati sugli effetti del riscaldamento globale diffusi dagli esperti dell’agenzia dell’ONU sono particolarmente allarmanti – dichiara preoccupato Realacci – ma quel che è ancora più grave è la distanza che esiste fra le evidenze scientifiche e la lentezza del sistema politico ed economico in risposta a queste. E l’Italia è ancora molto indietro rispetto agli obiettivi di Kyoto, mentre è indispensabile un decisivo cambio di passo affinché i temi ambientali e della qualità dello sviluppo, diventino centrali e prioritari nella politica del nostro paese. Per il Pd quella ambientale deve diventare una sfida centrale, perché sappiamo bene – prosegue Realacci – che l’ambiente è uno dei grandi temi del progresso e della speranza in un futuro migliore ed è anche una grande sfida economica”.
A tale proposito gli esperti del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) e del Servizio di Monitoraggio dei Ghiacciai Mondiali (WGMS) hanno evidenziato come dagli inizi del secolo il ritmo dello scioglimento dei ghiacci sia raddoppiato.
Peter Gilruth e Wilfried Haeberli, autori del rapporto, hanno puntato il dito sulla conseguenza maggiore cioè la mancanza di acqua per milioni e milioni di persone. L’ulteriore scioglimento dei ghiacciai aumenterà notevolmente anche il rischio di alluvioni, inondazioni, smottamenti e uragani, fenomeni più frequenti in Asia, in Africa e nei paesi del Centro America. Addirittura alcune zone della Terra potrebbero scomparire del tutto nel giro di poco tempo. Il momento più adatto per intervenire su questo ed altri fenomeni è l’incontro del prossimo anno a Copenhagen, quando i governi dei maggiori paesi del mondo rivedranno gli obiettivi del Protocollo di Kyoto e rinegozieranno i tassi di emissione dei gas inquinanti.

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