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Incentivi: solo l’1% arriva alle rinnovabili

Dalla Svizzera all'Italia, vediamo come vengono assegnati gli incentivi che sarebbero destinati alle sole fonti rinnovabili di energia, ma che vengono deviate su molte altre fonti niente affatto rinnovabili e non eco-compatibili

Secondo uno studio pubblicato dal WWF svizzero “Basilea Città” è il cantone che assicura il maggior sostegno a chi vuol realizzare impianti termici ad energia solare. Fra i cantoni virtuosi troviamo anche Ginevra, Turgovia e Sciaffusa. Il Ticino. Tra i fanalini di coda, stanno assieme ad Obvaldo, anche Svitto e Zugo. Questo succede nella efficiente, pur tradizionalista, Svizzera. In Italia invece nonostante il ‘boom’ che sta avendo questa tecnologia, si potrebbe fare cento volte tanto. Perchè?
Perchè, come spiegano a Greenpeace, ancora oggi più dell’82% degli incentivi alla produzione di energia elettrica sono destinati ad impianti a base fossile e non alle fonti rinnovabili. E lo studio illustra come nel 2007 in Italia sono stati elargiti alle fonti fossili “assimilate”, attraverso il meccanismo CIP6, circa 3,7 miliardi di euro, mentre al solare fotovoltaico sono toccati solamente 26 milioni di euro: meno dell’1%.
“Un tale squilibrio è inaccettabile: occorre ‘liberare’ risorse destinate alle fonti fossili per il rapido sviluppo delle rinnovabili – protestano a Greenpeace – Assistiamo invece a un folle piano per il ritorno al nucleare, e all’inaugurazione di nuove centrali a carbone. È così che il Governo pensa di centrare l’obiettivo europeo per il 25% di rinnovabili al 2020?”

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