Il 9 dicembre i co-legislatori europei hanno approvato il testo del regolamento che inasprisce e amplia i vecchi obiettivi della Direttiva Batterie 2006/66/CE. In vigore per i tutti gli Stati membri dal prossimo anno
Il nuovo Regolamento UE sulle batterie chiuderà il cerchio per pile e accumulatori
(Rinnovabili.it) – Sì al nuovo Regolamento UE sulle Batterie. Consiglio ed Europarlamento hanno trovato l’intesa sul testo lo scorso venerdì 9 dicembre, definendo una posizione comune e condivisa sul provvedimento. Si tratta di un accordo provvisorio che dovrà essere votato nelle rispettive sedi prima di entrare in vigore, ma che ha ormai esaurito lo spazio per eventuali sorprese.
Le norme erano state proposte a dicembre del 2020 dalla Commissione europea per abrogare la vigente ma ormai vecchia direttiva in materia di rifiuti di pile e accumulatori, la 2006/66/CE, e adattare così il mercato interno alle nuove esigenze di circolarità. Per la prima volta, infatti, il Regolamento UE sulle batterie si occupa dell’intero ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento, passando ovviamente per il riciclo. E si applica a tutti i tipi di batterie: portatili, SLI (che forniscono energia per l’avviamento, l’illuminazione o l’accensione dei veicoli), quelle per mezzi di trasporto leggeri come e-bike e e-scooter (LMT), quelle dei veicoli elettrici e quelli industriali.
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Le nuove norme sulle batterie
Cosa hanno concordato Parlamento e Consiglio dell’Unione Europea? Innanzitutto requisiti più rigorosi per rendere pile ed accumulatori più sostenibili, performanti e durevoli. Secondo l’accordo, per le batterie dei veicoli elettrici, le LMT e quelle industriali ricaricabili con una capacità superiore a 2 kWh dovranno essere dotate di una dichiarazione obbligatoria dell’impronta di carbonio. Questi dispositivi dovranno anche disporre di un “passaporto digitale” che includa informazioni sul modello della batteria e sul suo utilizzo. Per tutte sono inoltre previste etichette e codici QR con informazioni relative alla loro capacità, prestazioni, durata, composizione chimica, nonché il simbolo della “raccolta differenziata”. Secondo l’accordo, inoltre, tutti gli operatori economici che immettono batterie sul mercato dell’UE, ad eccezione delle PMI, saranno tenuti a sviluppare e attuare una cosiddetta “politica di due diligence” nella catena di approvvigionamento per le materie prime e seconde.
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Target precisi per il riciclo, la raccolta e l’ecodesign
Il Regolamento UE sulle batterie prevede anche:
- Obiettivi di raccolta fissati al 45% entro il 2023, al 63% entro il 2027 e al 73% entro il 2030 per le batterie portatili. E al 51% entro il 2028 e al 61% entro il 2031 per le batterie LMT;
- Di impiegare livelli minimi di cobalto (16%), piombo (85%), litio (6%) e nichel (6%) ottenuti dai rifiuti di produzione e di consumo, nella produzione di nuove batterie.
- Di raccogliere gratuitamente per gli utenti finali i rifiuti delle batterie LMT, SLI, industriali e dei veicoli elettrici.
- Che la Commissione europea valuti entro il 31 dicembre 2030 se eliminare gradualmente l’uso di batterie portatili non ricaricabili di uso generale.
“Per la prima volta – ha dichiarato il relatore Achille Variati (S&D, IT) – abbiamo una legislazione sull’economia circolare che copre l’intero ciclo di vita di un prodotto: questo approccio è positivo sia per l’ambiente che per l’economia. Abbiamo concordato misure di grande beneficio per i consumatori: le batterie saranno ben funzionanti, più sicure e più facili da rimuovere. Il nostro obiettivo generale è quello di costruire un’industria del riciclaggio dell’UE più forte, in particolare per il litio, e un settore industriale competitivo nel suo complesso, che è cruciale nei prossimi decenni per la transizione energetica e l’autonomia strategica del nostro continente. Queste misure potrebbero diventare un punto di riferimento per l’intero mercato globale delle batterie”.