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Emissioni CO2, agricoltura e deforestazione responsabili al 30%

In materia di inquinamento e cambiamenti climatici non si può puntare il dito solo sulle città. Lo rivela uno studio dell’International Institute for Environment and Development

Da sempre additate come le maggiori responsabili dell’inquinamento e dei conseguenti effetti sul clima per le città è giunto il momento di una riabilitazione. Il professor David Satterthwaite dell’International Institute for Environment and Development (Iied) ha recentemente pubblicato sulla rivista Environment and Urbanization uno studio che dimostra come i grandi centri abitati siano responsabili in realtà solo del 40% delle emissioni e non del 75-80% come in varie occasioni è stato sostenuto anche da agenzie ONU. La ricerca, basata sull’analisi di dati del foro intergovernativo sul mutamento climatico (Ipcc), rivela altresì che la “colpa” debba essere giustamente divisa con agricoltura e deforestazione rei al 30%, mentre la quota restante sia da assegnare alle grandi industrie ed alle aree rurali dove il consumo di energia è maggiore e si usa di più l’auto per gli spostamenti. “Questo errore di valutazione – spiega Satterthwaite – ha conseguenze notevoli, per esempio alcuni Governi in Asia e Africa vogliono impedire la migrazione delle popolazioni rurali verso le città, provvedimento che non ha molto senso se la volontà è di ridurre l’inquinamento”. La vera responsabilità delle emissioni climalteranti andrebbe data “a una piccola fetta di popolazione ad alto consumo energetico che in maggioranza vive fuori dalle città, in grandi e dispendiose case in aree rurali o villaggi e che ha più di un’auto a famiglia”. Basta puntare il dito solo sulle città dunque, “anzi – conclude Satterthwaite – proprio dalle città potrebbe arrivare un contributo prezioso all’ambiente: una buona pianificazione urbana potrebbe permettere di ridurre notevolmente le emissioni”.