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Agritech, nuove tecnologie in agricoltura

Incontro a Roma sullo stato dei lavori e gli obiettivi dello Spoke 9 di Agritech, il Centro Nazionale per lo sviluppo delle Nuove Tecnologie in Agricoltura. Forte di un finanziamento di 40 milioni di euro dal PNRR, Agritech punta all’adozione di nuove tecnologie per rendere più sostenibile il sistema agroalimentare

di Isabella Ceccarini

28 università, 5 centri di ricerca, 20 imprese distribuite su tutto il territorio nazionale. Questi i componenti di Agritech, il Centro Nazionale per lo sviluppo delle Nuove Tecnologie in Agricoltura, strutturato secondo l’impostazione di hub&spoke.

L’Università Federico II di Napoli è l’ente promotore del Centro nazionale Agritech e ospita l’hub nazionale, di cui è responsabile.

Il finanziamento dal PNRR

Per la prima volta la ricerca nel campo dell’agrifood ha un finanziamento ragguardevole: 350 milioni di euro complessivi, di cui 320 dal PNRR.

Più precisamente rientra nella Missione 4 Componente 2 Investimento 1.4 “Potenziamento strutture di ricerca e creazione di ‘campioni nazionali di R&S’ su alcune Key Enabling Technologies” finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU.

I nodi di ricerca sono equamente distribuiti tra Nord, Centro e Sud. La riduzione dei divari è infatti uno dei principi alla base del PNRR.

Il PNRR ha obiettivi molto precisi: l’agroalimentare, settore di punta dell’economia italiana, è in grado di offrire grandi opportunità anche nell’occupazione green. Le azioni del Centro Agritech, che puntano all’innovazione tecnologica, aumenteranno la competitività delle aziende del settore.

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Lo Spoke 9

Lo Spoke 9 (“Misurazione, certificazione e valorizzazione della qualità, dell’origine, della tipicità, della sicurezza e della sostenibilità dei prodotti, dei processi, delle filiere e delle aziende agroalimentari”), uno dei nodi di ricerca afferente all’hub nazionale, è gestito da Santa Chiara LabUniversità di Siena. Responsabile scientifico è il prof. Angelo Riccaboni.

Nello specifico lo Spoke 9 coordina e svolge le attività di misurazione della qualità dei prodotti e della sostenibilità di processi e produzioni della filiera agroalimentare, e dispone di un finanziamento di 40 milioni di euro.

Transizione ecologica e digitale e formazione del capitale umano

Agritech nasce per favorire l’adattamento delle colture al cambiamento climatico mettendo le competenze scientifiche e tecnologiche al servizio dell’agroalimentare per ottenere produzioni efficienti e a basso impatto ambientale. È evidente anche la promozione della transizione ecologica e digitale, strettamente collegata alla formazione del capitale umano.

Gli obiettivi principali sono: resilienza (adattamento ai criteri di sostenibilità e ai cambiamenti climatici); basso impatto (riduzione degli sprechi e sostenibilità ecologica); circolarità (sviluppo strategico di forme economiche circolari); recupero (sviluppo delle aree marginali); tracciabilità (promozione della sicurezza, della tracciabilità e della tipicità delle filiere agroalimentari).

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Agritech

Lo stato dei lavori e gli obiettivi

In un incontro che si è svolto nella sede del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare i relatori hanno fatto il punto sullo stato dei lavori e sugli obiettivi dello Spoke 9 di Agritech.

Ne fanno parte 13 soggetti tra università, imprese ed enti di ricerca: CNR, Università di Bari, Università di Siena, Università di Torino, ENEA, Università di Firenze, Università di Pisa, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, Università la Sapienza, ANT, CAS, CNH, ENG.

I leader dei 5 work package di progetto hanno illustrato nel dettaglio i campi di azione di ognuno. Alta tecnologia e innovazione sono gli elementi caratterizzanti comuni; fondamentale la relazione diretta con le imprese.

Agritech si prefigge di stimolarle nell’adozione di nuove tecnologie per rendere il sistema agroalimentare più sostenibile (ad esempio, per quanto riguarda la riduzione degli agrofarmaci e il risparmio idrico, o IoT per la gestione e la programmazione delle colture).

Dialogo tra gli attori della filiera

Altri elementi chiave di Agritech si rilevano nell’attenzione alle attività di formazione, di trasferimento tecnologico, di coordinamento delle attività di management.

Un punto di forza è la trasversalità e lo scambio di know-how, oltre alla semplicità di gestione del progetto attraverso la disponibilità di parole chiave.

Inoltre, stimolando il dialogo tra gli attori della filiera si creano collaborazioni e di scambi di dati ed esperienze.

Agritech è avviato sulla strada giusta; molto è ancora da fare, molto si sta facendo in un clima proficuo di cocreazione e di innovazione congiunta.

Soprattutto è stata evidenziata l’importanza di coinvolgere tutti gli stakeholder e dare ascolto alle loro esigenze.

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Attenzione a grandi aziende, PMI e startup

Nell’incontro i relatori hanno sottolineato la necessità di partire da quello che c’è per colmare le lacune e definire gli obiettivi.

Gli output di Agritech dovranno essere raggiunti in tre anni, un tempo lungo ma non troppo e nello Spoke 9 si respira un bel clima operativo.

«Spoke 9 dovrà fare delle misurazioni, chiarire chi sono i destinatari, condividere i risultati finali, trovare un meccanismo per interagire con tutte le aziende firmatarie.

Ovviamente non guardiamo solo alle grandi aziende, perché intendiamo dedicare la massima attenzione alle startup e allo sviluppo delle PMI», ha concluso Angelo Riccaboni.

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