Rinnovabili • Vittime della crisi climatica: l’UE porta idee riciclate alla COP27

L’UE vuole aiutare le vittime della crisi climatica, ma senza sborsare un euro

Due i pilastri: uno scudo assicurativo (l’idea è della Germania) e un sistema globale di early warning (l’idea in questo caso è dell’Onu). Insieme, dovrebbero migliorare la gestione degli aiuti umanitari già esistenti. Un modo per schivare il problema più spinoso alla COP27: la creazione di un fondo ad hoc per le perdite e i danni dovuti alla crisi climatica

Vittime della crisi climatica: l’UE porta idee riciclate alla COP27
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Le proposte che l’UE porterà alla COP27 per migliorare il supporto alle vittime della crisi climatica

(Rinnovabili.it) – Uno “scudo” assicurativo contro i danni del cambiamento climatico e un sistema globale di allerta precoce. Sono le due proposte che l’UE porterà alla COP27 di Sharm el-Sheikh per affrontare – di sbieco, non di petto – il tema del supporto alle vittime della crisi climatica. Le ha presentate il vice presidente della Commissione con delega al clima, Frans Timmermans, all’ultimo incontro preliminare prima del summit di novembre, che si è tenuto a Kinshasa, in Congo. Proposte che non sono assolutamente all’altezza della sfida. E non sono neppure davvero targate UE.

La prima, lo scudo assicurativo per limitare l’impatto dei disastri climatici, è un’idea che ha formalizzato la Germania. Si chiama “Global Shield” ed è essenzialmente un meccanismo per rendere più efficienti gli aiuti umanitari. Lo schema di assicurazioni e di supporto sociale permetterebbe infatti di incanalare più rapidamente i fondi dei donatori e delle agenzie umanitarie limitando sprechi, sovrapposizioni e altre inefficienze.

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Tradotto: non un solo euro in più di quanto mobilitato oggi. Un’idea che fa a pugni con l’ammontare di denaro che si stima sia necessario per aiutare il numero crescente di vittime della crisi climatica. In questo modo, la Germania (e l’UE) vuole chiudere il dossier delle perdite e danni, il vero nodo su cui si gioca la COP27. “Dobbiamo riconoscere che ci sono perdite e danni legati al clima e che i Paesi più vulnerabili, in particolare, hanno bisogno della nostra solidarietà per affrontarli”, aveva dichiarato il segretario di Stato tedesco allo Sviluppo Jochen Flasbarth qualche mese fa presentando il Global Shield.

L’altro pilastro della proposta europea non nasce a Bruxelles ma a New York, al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. Il sistema di early warning a livello globale è una delle priorità del segretario generale Onu Antonio Guterres, che preme affinché i paesi con economie avanzate investano in misure di adattamento per i paesi più vulnerabili.

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