Confermati i tagli obbligatori dei consumi elettrici durante le ore di picco, il tetto alle inframarginali, la tassa al 33% per le compagnie fossili e misure di supporto alle PMI
Salta l’accordo sul tetto al prezzo del gas
(Rinnovabili.it) – Salta il tetto al prezzo del gas. Confermati invece i tagli obbligatori dei consumi durante le ore di picco, il cap alle inframarginali e la tassa di solidarietà alle compagnie fossili. Più un provvedimento per aiutare piccole e medie imprese. Sono le misure contro la crisi energetica su cui il Consiglio straordinario dei ministri UE dell’Energia ha trovato stamattina un accordo politico.
Niente price cap sul gas
Il pressing di 15 stati UE, Italia inclusa, non è riuscito a smuovere i paesi più reticenti – Germania, Austria, Olanda – e convincerli a introdurre un tetto al prezzo del gas di livello europeo. L’idea era di fissare un limite massimo ai prezzi all’ingrosso del gas in modo da far abbassare il prezzo del MWh e affrontare l’inverno con più agio. Il fronte dei contrari sostiene che la misura rischia di svantaggiare i paesi con meno disponibilità economica, che faticherebbero a acquistare gas su mercati competitivi. “Non sosteniamo l’opzione di un limite massimo al prezzo, perché sussiste il pericolo che alla fine non vi sia più gas a sufficienza da comprare sul mercato mondiale. E questo sarebbe controproducente”, ha spiegato un portavoce del governo tedesco.
Dal Consiglio di oggi esce solo l’impegno a continuare il dibattito sul price cap. Partendo dalle proposte della Commissione, che l’altro ieri ha fatto circolare un documento dove riassume pro e contro del tetto e spiega a quali misure alternative sta lavorando. Secondo l’esecutivo europeo, il tetto al prezzo del gas comporta questo rischio: se il prezzo sul mercato superasse quello fissato con il cap, l’Europa dovrebbe tirar fuori “risorse finanziarie significative” per acquisti d’emergenza. I paesi a favore della misura, invece, ritengono che si tratterebbe al massimo di un paio di miliardi di euro.
La Commissione, dal canto suo, suggerisce cautela. Meglio un price cap più ristretto e mirato: al solo gas russo via pipeline, o al gas impiegato per la produzione elettrica. Tra le misure alternative allo studio di Bruxelles – le presenterà a ottobre – ci sono poi una piattaforma per gli acquisti comuni e un nuovo standard per gli acquisti di Gnl.
Una reticenza che molti paesi UE stanno interpretando come un ascendente eccessivo di Berlino sul collegio dei commissari. Soprattutto dopo la fuga in avanti della Germania con un piano da 200 miliardi per frenare il prezzo del gas e dell’elettricità. Risposta solitaria alla crisi energetica, mentre al tempo stesso il governo tedesco mette i bastoni tra le ruote a una risposta congiunta in sede europea.
Le misure contro la crisi energetica
Il pacchetto di misure anti crisi energetica che ha ricevuto l’ok dal Consiglio, quindi, si limita a quanto già annunciato nelle settimane scorse dalla Commissione, senza modifiche di sorta. Ecco i provvedimenti.
Tetto alle inframarginali – Per recuperare parte degli extraprofitti delle compagnie energetiche, i Ventisette propongono di fissare un tetto al prezzo dell’energia generata dalle inframarginali a 180 euro il MWh. Il cap a questa cifra è valido fino a marzo 2023, mentre il tetto in generale per ora è previsto da dicembre a giugno del prossimo anno. Ogni paese è libero di fissare un tetto a prezzi diversi per le centrali a carbone.
Tassa alle fossili – Le compagnie che generano profitti dalle fonti fossili saranno soggette a una tassa straordinaria del 33% sugli introiti extra del 2022 e 2023. Si applica a gas, carbone, petrolio e raffinerie. Chi ha già approvato misure simili – come l’Italia – può limitarsi a lasciarle in vigore, senza passare a quelle decise in sede UE.
Tagli ai consumi – Durante le ore di picco ogni paese dovrà ridurre i suoi consumi elettrici del 5%. Questa misura è obbligatoria. Ogni paese dovrà stabilire i dettagli per applicare il provvedimento nel contesto nazionale. Le stime dicono che si tratterà di 3-4 ore nei giorni feriali in cui i consumi elettrici non potranno superare una soglia fissata. Vale dal 1° dicembre al 31 marzo 2023.
Misure per le PMI – Il Consiglio ha convenuto che i paesi membri possono fissare temporaneamente un prezzo per la fornitura di energia elettrica alle piccole e medie imprese. C’è anche un accordo per poter fissare eccezionalmente e temporaneamente un prezzo per la fornitura di energia elettrica inferiore ai costi.