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Certificazione energetica: Piebalgs interviene sulla normativa italiana

Commissione europea chiede chiarimenti al governo italiano sull’abolizione dell’attestato di certificazione energetica in edilizia

Lo scorso 10 luglio le commissioni riunite Bilancio e finanza della Camera dei Deputati avevano approvato un emendamento al D.L. 112/08, recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” che aboliva l’obbligo di certificazione negli atti di compravendita di immobili esistenti e nei contratti di locazione. In particolare ad essere cancellate erano le norme che richiedevano di allegare all’atto un attestato di certificazione energetica e che in caso contrario prevedeva la nullità dell’atto e relativa all’obbligo per i proprietari di immobili di consegnare copia di questo attestato ai propri affittuari. Una mossa che aveva suscitato non poche obiezioni dal momento che la misura incrina uno degli strumenti più efficaci per contrastare gli alti prezzi e i consumi energetici del paese, in aperto contrasto peraltro con la Direttiva europea 91 del 2002, che inserisce tale certificazione nella politica energetica comunitaria, come una carta di identità per ogni edificio. Ora rispondendo a un’interrogazione scritta del 26 settembre dell’eurodeputata Monica Frassoni, il Commissario europeo all’energia Andris Piebalgs interviene sulla normativa italiana dichiarando che la Commissione “nel quadro della procedura d’infrazione già in corso per mancato rispetto della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia (art. 15, par.1, dir.2002/91 – Messa in mora Art. 226) chiederà alle autorità italiane di fornire informazioni sulla legge in questione e sulla sua compatibilità con la direttiva”. La prossima mossa tocca ora al Governo Italiano a cui spettano 60 giorni per presentare una risposta.