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La Terra verso una nuova era glaciale?

I due ricercatori Thomas Crowley e William Hyde, attraverso l’analisi delle variazioni climatiche caratterizzanti gli ultimi tre milioni di anni e l’applicazione di diversi modelli, hanno previsto in tempi geologici il ritorno di una nuova era glaciale.

In seguito alle numerose e sempre più frequenti oscillazioni del clima registrate negli ultimi tre milioni di anni il geofisico britannico Thomas Crowley, dell’Università di Edimburgo, e il suo collega canadese William Hyde, dell’Università di Toronto, sono convinti che la situazione climatica stia per cambiare in modo decisivo. Secondo uno studio pubblicato su Nature, fra i prossimi 10.000 e 100.000 anni (tempi geologici) i ghiacci dell’Artico, oggi a rischio, torneranno più consolidati ed estesi che mai, e non solo, ma si estenderanno ulteriormente, in modo da occupare gran parte dell’Europa settentrionale, una vasta area dell’Asia, tutto il Canada e la zona settentrionale degli Stati Uniti decretando definitivamente l’inizio di una nuova era glaciale. I modelli elaborati infatti indirizzano verso una stabilità sempre maggiore, che porterà ad un progressivo raffreddamento e alla formazione di calotte di ghiaccio destinate ad espandersi su Eurasia e Nord America. Ed è proprio nelle sempre più pronunciate fluttuazioni climatiche registrate negli ultimi tre milioni di anni che gli scienziati intravedono questa tendenza alla stabilità. In questo periodo, infatti, il clima è stato caratterizzato dall’alternarsi di periodi di progressivo raffreddamento culminati in glaciazioni, seguiti da un innalzamento della temperatura e la transizione verso periodi interglaciali più caldi. Tali noti cambiamenti sono stati interpretati dal mondo scientifico come risposte del sistema climatico a seppur lievi, ma importanti cambiamenti esterni (sottili modificazioni dell’orbita terrestre e graduale riduzione dei livelli di anidride carbonica). Dal punto di vista dei due ricercatori la situazione attuale però è diversa, si evince infatti dal loro studio pubblicato questa settimana che questa crescente variabilità può indicare che il sistema climatico si sta avvicinando ad un punto di biforcazione, dopo il quale potrebbe verificarsi un nuovo periodo di stabilità caratterizzato dalla glaciazione delle latitudini medie dell’emisfero settentrionale. Tra i diversi modelli elaborati, quello che Crowley e Hyde giudicano più attendibile riesce a spiegare il 60% delle variazioni nel volume globale dei ghiacci negli ultimi 400.000 anni, ed inoltre “predice una rapida transizione nel prossimo futuro geologico verso un’era glaciale”, condizione che “potrebbe rappresentare il culmine di 50 milioni di anni di evoluzione”. Tuttavia gli autori della ricerca sono cauti nel considerare il ruolo che potrà avere il riscaldamento globale in questo passaggio, poiché variazioni anche piccole nei livelli di anidride carbonica nell’atmosfera potrebbero bloccare il processo di raffreddamento per un periodo indeterminato.